La scorsa settimana i principali indici americani si sono mossi al rialzo e il Nasdaq ha continuato a macinare nuovi record, sostenuti dalle speranze di ripresa legate alle nuove misure di stimolo da parte delle Banche Centrali e da dati macro sorprendentemente positivi, che hanno fatto balzare il CESI Index delle sorprese economiche sui massimi storici.
In particolare, le vendite di nuove case negli Stati Uniti sono aumentate del +16,6%, oltre le attese degli analisti a maggio, e le vendite al dettaglio hanno raggiunto una crescita pari al 17,7% mese su mese, dal -14,7% di aprile, contro l’8,5% previsto. Inoltre, i politici statunitensi hanno presentato un piano per le infrastrutture da quasi 1000 miliardi di dollari per far ripartire l’economia dopo l’epidemia, dando gas al settore e al Pharus Sicav Best Regulated Companies.
In Europa, invece, l'indice Pmi composito dell'Eurozona di giugno è salito a 47,5 punti dai 31,9 di maggio, registrando il valore più alto degli ultimi 4 mesi, sebbene ancora sotto la soglia di 50 punti. L'indice dei servizi è salito a 47,3 mentre l'indice manifatturiero è salito da 39,4 a 43 punti. Anche nei singoli comparti si è registrato il valore più alto degli ultimi quattro mesi. Questi dati hanno dato parecchio ossigeno ai listini azionari del Vecchio Continente.
È però opportuno non dimenticare di investire con prudenza a causa dei rischi all’orizzonte.
Primo fra tutti l'aumento delle infezioni di coronavirus, che potrebbe far deragliare la ripartenza dell'attività economica e, anzi, portare una nuova chiusura parziale dell’economia qualora ci verificasse un’escalation di nuovi casi. Diversi stati Usa hanno segnalato nell'ultima settimana un aumento dei casi di contagio, particolarmente nelle regioni occidentali e meridionali, tanto che Apple ha deciso di chiudere temporaneamente alcuni negozi statunitensi, evidenziando i timori per la lentezza della ripresa (il 17 giugno sono stati registrati 169000 nuovi casi, il numero più alto mai registrato. Fortunatamente il tasso di mortalità è in calo). Ed è scoppiato un nuovo focolaio in Cina, con 256 nuovi casi registrati tra l’11 e il 23 giugno, e in un mattatoio della Germania, che ha imposto il lockdown al distretto di Guetersloh.
La seconda incognita è se l'attuale ripresa sarà in grado di riportare l'economia globale ai livelli di crescita pre-Covid o se ci sarà un declino duraturo dell'attività economica.
I possibili fattori scatenanti sono:
- i fallimenti
- la disoccupazione a lungo termine
- i cambiamenti negativi nel comportamento dei consumatori
Il terzo rischio è che vadano fuori controllo le distorsioni provocate dalle misure straordinarie delle politiche fiscali e monetarie espansive.
La scorsa settimana la Fed ha annunciato il suo programma di acquisti di obbligazioni societarie sul mercato secondario, che continuerà “per tutto il tempo necessario”. Questa situazione sta portando i bond High Yield a salire indistintamente come le azioni poiché la correlazione tra le due asset class è sui valori massimi degli ultimi 20 anni, sia la metà dell’indice composta da rating BB (che favorisce il Pharus Sicav Target) che l’altra metà di qualità medio-bassa. In portafoglio diventa dunque opportuno investire con maggiore prudenza sull’asset class obbligazionaria più rischiosa.
Questa correlazione rara giustifica anche l’andamento laterale del fondo Pharus Sicav Best Regulated Companies, che può essere appunto definito “il nuovo bond”. Per la sua peculiarità bond-proxy, si sta muovendo più come un obbligazionario che come un azionario, ritardando la salita rispetto all’indice azionario globale proprio per l’alta qualità dei titoli che compongono il portafoglio, più simili ad obbligazioni meno rischiose. Grazie al fenomeno, caratteristico del comparto, della mean reverting (ritorno al valore medio), nel lungo periodo (stimati circa 6 mesi) il fondo tornerà ad addirittura sovraperformare il mercato. Attualmente si presenta quindi una vantaggiosa opportunità d’acquisto.