16/09/2016

Banor Sicav North America Long Short Eq. R balza in testa alla categoria

Fondo: Banor Sicav North America Long Short Eq. R
ISIN: LU0634294812
Categoria: Absolute Return - Azioni
Macrocategoria: Alternativi
Società: Banor Sicav
Performance mensile: +6,03%
Advisor: Eddie Ramsen
 


Biografia Professionale

Eddie Ramsden è Advisor del fondo Banor SICAV North America Long Short Equity fin dalla data di inception. Con oltre 20 anni di esperienza, è partner della Caburn Capital Investment di New York dal 2003. Ha insegnato "Applied Value Investing" alla Columbia Business School di New York e dal 2010 tiene la cattedra di "Value Investing" alla London Business Schoool di Londra. Ha conseguito un MBA alla Columbia Business School ed è laureato in Matematica.


Banor Sicav North America Long Short Eq. R è un fondo che investe nel Nord America con un approccio value long/short e con una visione di medio lungo-periodo. Come funziona questo strumento? Come avviene la selezione dei titoli da collocare in portafoglio?

Siamo investitori value. Questo significa che investiamo in business e società che conosciamo a fondo, partendo da un’analisi dei fondamentali. Studiamo le società per determinarne il valore intrinseco e, in base a questo, compriamo le azioni ma solo quando lo sconto è significativo. In altre parole, l’approccio è quello di acquistare società sottovalutate “coprendosi” tramite la vendita allo scoperto (andando corti, short) di società sopravvalutate. Questo approccio consente di investire in settori dell’economia americana che l’investitore value trova più interessanti, ma con molta meno esposizione al mercato azionario in generale. L’obiettivo del nostro approccio è quello di proteggere il capitale in tutte le situazioni di mercato: avendo “coperto” una parte del rischio, possiamo esprimere le idee di investimento sul lungo periodo con maggiore convinzione.


Nel mese di agosto il fondo ha guadagnato oltre sei punti percentuali (+6,03%), risultando così il fondo Absolute/Long Short migliore della categoria Fondi Alternativi, che conta circa 400 prodotti attivi per il mercato italiano retail. Quali sono le ragioni che sottendono questo risultato?

Il fondo è sovra-pesato sui titoli bancari americani e sugli istituti finanziari che, di fatto, hanno sostenuto la performance di agosto. Il buon momento per i bancari USA si spiega, almeno nel breve termine, con la sempre maggiore convinzione sul mercato che la Fed aumenterà i tassi di interesse. Come dettaglieremo meglio nel corso dell’intervista, non cerchiamo di prevedere le mosse future della Fed. Piuttosto tendiamo a considerarle come driver di performance di breve periodo. Per quanto riguarda la parte short del portafoglio, abbiamo beneficiato del calo di multipli di prezzo di alcuni business molto sopravvalutati.


Come vede l’eventualità sempre più probabile di un prossimo rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve? Come potrebbe tale rialzo impattare sulle quotazioni del mercato azionario americano?

Ci concentriamo sull’analisi del business e non nelle previsioni di cosa possa emergere dalle riunioni della Federal Reserve. Inoltre, non crediamo che sia di alcuna utilità analizzare gli obiettivi sui tassi di interesse della Fed tralasciando il contesto di riferimento. Per esempio, il nostro portafoglio è concentrato su titoli finanziari che potrebbero beneficiare dall’aumento dei tassi di interesse, a parità di altre condizioni. Ma non tutti gli aumenti sui tassi di interesse sono uguali. Se la Fed dovesse erroneamente restringere la politica monetaria mediante un aumento dei tassi di interesse che riduca la crescita nominale attesa al di sotto del proprio target, non ci aspetteremmo alcun beneficio per le banche americane. Infatti, un rialzo dei tassi sbagliato, nonostante la temporanea crescita dei tassi overnight, più probabilmente abbasserebbe la curva di equilibrio dei tassi a scadenza (forward), a causa della maggiore probabilità di una recessione causata dalla politica monetaria. Per questo motivo vediamo come un possibile rischio il fatto che la Fed possa erroneamente restringere la politica monetaria, nonostante le attese di mercato sull’inflazione siano ancora al di sotto dei loro obiettivi iniziali. Ad ogni modo, non crediamo di essere meglio di altri nel predire se questo fatto si realizzerà o meno e dubitiamo che qualcun’ altro sia in grado di fare certe previsioni. Al contrario, ci focalizziamo su aziende prezzate in modo da generare ottimi ritorni nel lungo periodo, che siano ben posizionate anche nel caso di turbolenze provenienti dal sistema macro-economico globale. Potremmo rivedere la nostra esposizione netta in base alla percezione di questi rischi istituzionali ed economici sempre così difficili da prevedere, ma preferiamo rimanere concentrati sul nostro compito di analizzare aziende e settori.


Dal vostro punto di vista quali sono i timori e le opportunità legate alle prossime elezioni del nuovo Presidente degli Stati Uniti?

Le imminenti elezioni presidenziali sono sicuramente più accese e più incerte di molte elezioni del passato. Tuttavia, non investiamo tempo, né abbiamo un punto di vista avvantaggiato, nel prevedere il risultato delle elezioni e le conseguenze sui mercati finanziari. Il nostro portafoglio non è costruito per beneficiare della vittoria di un certo candidato e delle sue politiche, ma è costruito su una visione di lungo termine per ognuno dei titoli inseriti in portafoglio. Sotto questo punto di vista, crediamo che le elezioni presidenziali americane difficilmente potranno impattare sul valore di lungo periodo dei titoli in portafoglio.


Guido Foppa
g.foppa@cfsrating.it

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