09/05/2017

TIF UK Smaller Companies Funds

CARATTERISTICHE

Il Fondo investe almeno due terzi del proprio patrimonio in azioni di società “Small Cap” del Regno Unito. Il benchmark preso a riferimento è il “Numis Smaller Companies Index”, indice composto da circa 700 aziende inglesi che, a differenza del FTSE All Share e il MSCI UK, non investe nei settori del tabacco, della telefonia mobile e dell’industria cartaria.  Lo stile di  gestione è però attivo sia nell’allocazione settoriale che nello stock picking e gli scostamenti del portafoglio da questo indice sono spesso significative: ad esempio attualmente viene sovrapesato di quasi il 20% il settore dei tecnologici con titoli come Blue Prism (robotica) o Paysafe Group, a sfavore dei titoli immobiliari, quasi completamente assenti dal portafoglio, e industriali. Un terzo del portafoglio è solitamente investito nei primi dieci titoli.

I RISULTATI

Il 2015 è stato un anno record per il fondo che ha fatto registrare un rendimento superiore di oltre il 10% a quello del benchmark, mentre il 2016 è stato piuttosto debole a causa soprattutto dell’allocazione settoriale. Il primo trimestre del 2017 ha fatto segnare un rendimento del 19,1 sovraperfomando decisamente il benchmark grazie allo stock picking indovinato.  La performance del fondo sui tre anni è tra le migliori della categoria.  La volatilità rispetto alla media di categoria è molto alta, cosa comune ai fondi small caps.

 CLASSI E COSTI

Il fondo prevede una sola classe GB0001530343 con commissioni di sottoscrizione fino ad un massimo del 5% e spese di gestione totali pari al 1,68% (al 30/04/2016). Il fondo risulta essere leggermente meno costoso rispetto alla media degli azionari UK, tenendo anche conto che non viene applicata nessuna commissione sulla performance.

L’OPINIONE

Il fondo è una delle scelte migliori per l’investitore che cerca una esposizione al mercato delle piccole aziende inglesi e una gestione attiva ad un costo inferiore alla media. E’ invece meno adatto a chi vuole rendimenti annuali vicini a quelli del benchmark delle small caps.

 

Abbiamo posto alcune domande ai due gestori del fondo, Matt Evans e James Thome:

Ci potete descrivere la performance attribution e i driver del 2016 e del primo trimestre del 2017?

Il fondo ha leggermente sotto-performato l’indice “Numis Small Companies ex ICs” nel 2016. La selezione settoriale è stato il più grosso detrattore della performace relativa a causa del peso ridotto dei titoli del settore delle “Materie prime” e il sovrappeso nel settore dei “Servizi per i consumatori”.

Alcune tra le più grosse società detenute in portafoglio in cui abbiamo investito dal momento della prima offerta pubblica (IPO), come “Blue Prism”, “Hotel Chocolat” e “Fevertree Drinks”, hanno ottenuto performance particolarmente buone in tutto l’anno. Inoltre, abbiamo ricevuto offerte di acquisto per un certo numero di titoli in portafoglio come “Lavendon” e “Ithaca Energy”.

Lo stock picking è stato il maggior driver della performance positiva relativa al primo trimestre 2017, con un focus particolare sui settori dei “Servizi al consumatore” e “Health Care”. In termini di “Stock attribution” le nostre maggiori posizioni in “Paysafe”, “1Spatial” e “FDM Group” hanno sovra-performato in questo periodo.     

Un vostro parere sul mercato inglese delle small e large cap nel 2017?

La crescita del prodotto interno lordo inglese è stata molto più resiliente del mercato globale e delle previsioni della Banca d’Inghilterra e noi ci aspettiamo che la Gran Bretagna registri una solida crescita nel 2017. Le previsioni per l’economia inglese rimangono positive anche se la crescita nel reddito reale potrebbe essere schiacciata per l’aumento dell’inflazione; molto probabilmente questa tendenza continuerà per tutto l’anno. Sebbene i risparmi dei consumatori siano ai minimi storici, gli alti tassi di occupazione dovrebbero dare al consumatore la fiducia nel continuare a spendere e ci aspettiamo che i consumatori utilizzino l’equity delle loro proprietà immobiliari per indebitarsi. Secondo la nostra visione, il ribilanciamento dell’economia e la continua riduzione del deficit nella bilancia delle partite correnti darà agli investitori più confidenza nella Sterlina che non tornerà ad essere debole.

Il mercato delle aziende a bassa capitalizzazione è rimasto più relativamente economico rispetto al mercato Inglese anche se dopo un solido primo trimestre, c’è la possibilità che questo rally si fermi. Ci aspettiamo che il gap di valutazione tra le Small Cap inglesi e il resto del mercato si restringa con gli anni a venire.

Quali sono le vostre previsioni sulla Sterlina e l’impatto che può avere sul mercato delle aziende a bassa capitalizzazione?

Non vediamo alcuna ragione per cui la Sterlina si debba ancora deprezzare rispetto al Dollaro statunitense. Il deficit della bilancia delle partite correnti mostra già dei miglioramenti e si può notare come stia emergendo una crescita nelle esportazioni. Le oscillazioni valutarie hanno un maggior impatto sul “FTSE 100 Companies” che sulle aziende a bassa capitalizzazione. Alla luce di questi due punti non crediamo che i movimenti della Sterlina possano avere un grosso impatto sulle piccole società. L’inflazione ha già iniziato a risentire del notevole movimento della Sterlina dell’anno scorso tuttavia riteniamo che ciò abbia un impatto solamente “una tantum” che proseguirà l’anno prossimo con la scadenza delle coperture del rischio cambio e  alla luce di ciò non siamo particolarmente preoccupati rispetto all’impatto della Sterlina.

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