21/06/2017

Il petrolio scende a 43 dollari al barile

Il tema principale della settimana sembra essere il tracollo dei prezzi petroliferi, che ha visto il WTI trattare ieri anche sotto quota 43 dollari al barile, l’area di minimo dell’ultimo trimestre del 2016 (grafico in basso).  I timori di sovrapproduzione mantengono sotto pressione il mercato e oggi alle 16:30 avremo il dato settimanale delle scorte americane al 16 giugno: essendo il mercato vicino a importanti supporti e lecito attendersi un tentativo di rimbalzo.

I titoli energetici hanno guidato il  ribasso di ieri di Wall Street, ma anche i titoli Internet hanno chiuso la giornata in ribasso dopo un rally in apertura: sembra che gli investitori sfruttino i rimbalzi per ridurre le posizioni su un settore che comunque guadagna oltre il 30% da inizio anno e le cui valutazioni appaino piuttosto generose.

I mercati asiatici a loto volta hanno chiuso al ribasso nonostante la notizia che MSCI includerà nell’indice dei Mercati Emergenti 222 azioni cinesi “A”.  Il loro pesò sarà comunque modesto e la notizia era piuttosto scontata.  Meno scontata invece la decisione di non includere l’Argentina nello stesso indice: il paese rimane relegato tra i paesi frontiera.

Il mercato obbligazionari americano rimane invece fermo vicino ai massimi, con il rendimento del decennale fermo intorno al 2,15%.  La convinzione tra gli investitori è che il rallentamento dell’economia USA e dell’inflazione, con il contributo del tracollo del prezzo del petrolio, impedirà alla Federal Reserve di alzare nuovamente il costo del denaro nel secondo semestre di quest’anno.

Questo spiega la tenuta dell’euro sopra quota 1,110 e il notevole appiattimento della curva dei rendimenti dei Treasurys: lo spread tra il rendimento del 30 anni e del 2 anni è sui minimi dal 2007.

Anche oggi non avremo dati macro se non appunto le scorte petrolifere americane.

Gli indici azionari non hanno comunque violato alcun supporto e il trend rimane orientato al rialzo: da monitorare il primo supporto a 2403 per l’indice SP500 (grafico in alto a destra).

 

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