21/06/2017

Outlook tecnico per i mercati americani

Mancano ancora i segnali di inversione sui mercati azionari americani, e anche il mercato dei Treasurys non mostra segnali di indebolimento.

Gli indici S&P 500 e Dow Jones hanno fatto segnare un nuovo massimo storico lunedì 19 giugno per poi correggere marginalmente nella giornata di ieri, mentre l’indice Nasdaq 100 dei tecnologici ha fatto segnare un massimo il nove giugno per poi perdere qualche punto percentuale nei giorni successivi (grafico in alto a destra).

La correzione del Nasdaq è inizialmente partita dai titoli Internet, Amazon in particolare, ma mentre poi questo titoli ha recuperato quasi interamente sulla notizia dell’acquisizione di Whole Foods, gli altri titoli Internet hanno avuto maggiori difficoltà nel recupero, ed è la Apple quella che ha perso maggiormente negli ultimi giorni.

Amazon sembra una storia a parte, mentre il movimento di Google, Microsoft  e Facebook è molto simile: si tratta di una fase laterale sopra ai primi supporti all’interno di un trend rialzista che non mostra segnali di inversione.   In assenza di una discesa sotto ai primi supporti, a quota 935 per Google, 66,7 dollari per Microsoft e 144 dollari per FB, non ci sono motivi per ritenere finito il trend rialzista di questo comparto.

Un po’ meno brillante la Apple, che inizierebbe a dare segnali negativi sotto quota 140 dollari.

Negli ultimi giorni abbiamo visto una rotazione verso altri settori, quello farmaceutico in particolare:  Johnson & Johnson, principale titolo del settore e quinto del mercato americano, ha toccato a sua volta un nuovo massimo storico sopra i 135 dollari e non mostra ancora alcun segnale di debolezza.

Il settore finanziario ha visto ridimensionarsi il rally post elezioni: le aspettative di una deregulation del settore sembrano eccessive  e i principali titoli stanno consolidando lateralmente da qualche mese.  JPM Chase, il primo titolo del settore, si trova al centro della trading range delle ultimi settimane, ma comunque ben sopra al primo supporto situato a 81,50 dollari.

Il settore più debole è quello energetico, ma le perdite sono state molto più ridotte rispetto a quelle del petrolio.  Se guardiamo l’andamento di Exxon Mobil, primo titolo del settore energia, l’andamento non è molto dissimile da quello del petrolio WTI, ma meno pronunciato: il titolo ha perso solo il 20% dal massimo del 2014 a 104 mentre il petrolio più della metà del suo valore.

Per quanto riguarda invece il mercato obbligazionario è da notare come dopo il rialzo dei tassi di metà giugno la curva dei rendimenti si sia appiattita ulteriormente: lo spread tra i rendimenti a 30 e due anni è sceso ancora a 1,38%, il minimo dal 2007 (grafico in basso, lo spread è la linea in rosso  e in nero è riportato il rendimento del titolo a 30 anni).

Evidentemente gli investitori non si attendono ulteriori rialzi dei tassi breve nei prossimi mesi e nonostante il tre rialzi dei tassi da dicembre i rendimenti a lungo termine sono scesi: perché si possa definire terminato il trend discendente di lungo termine dei rendimenti americani quello del 30 anni deve tornare sopra quota 3,25%.  Per quanto riguarda il titolo a 10 anni si noti come il rendimento stia ancora ritracciando il rialzo precedente e possa anche scendere sino a 1,98% nelle prossime settimane (grafico in alto a destra).

 

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