22/11/2017

Nuovo record per Wall Street

Nuova chiusura record per Wall Street, con l’indice SP500 che finisce a 2599,03 guadagnando lo 0,665% (grafico a destra).  In rialzo i titoli tecnologici, da Apple (+1,8%) a Microsoft (+1,3%) e Amazon, che chiude a 1140 dollari, un nuovo massimo, ma il comparto del mercato che ha trascinato il rialzo è quello dei titoli a minore capitalizzazione: l’indice Russell 2000 ha messo a segno un notevole rialzo negli ultimi cinque giorni (grafico in basso), ed è quello meglio impostato tecnicamente.

Il rialzo è stato giustificato da varie trimestrali migliori delle attese, da Medtronic a DollarTree, e stranamente è stato accompagnato da un rialzo del mercato obbligazionario e da un ribasso del dollaro.

Il rendimento del decennale è sceso leggermente a 2,35%, ma è il titolo a 30 anni a guadagnare maggiormente terreno, mezzo punto percentuale in termini di prezzo, con conseguente appiattimento della curva dei rendimenti.  Janet Yellen ha affermato ieri che non è tanto sicura che i fattori che frenano l’inflazione siano transitori, e questo può spiegare il fatto che gli investitori continuino a comprare Treasurys a lungo termine nonostante il continuo rialzo dei rendimenti a breve.

Sorprende la debolezza del dollaro, che tecnicamente appare debole e destinato a ulteriori perdite nonostante sia scontato un rialzo dei tassi a metà dicembre: l’euro questa mattina ha superato il massimo di ieri e sembra voler tornare sopra quota 1,18 e il dollaro/yen a 112 è lontano dai livelli di inizio novembre sopra quota 114.  Dati macro positivi e aspettative di rialzo dei tassi non riescono a sostenere la valuta americana: evidentemente in questa fase di mercato conta più il disavanzo delle partite correnti.

La giornata odierna è contraddistinta dalla pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Federal Reserve, ma anche da una buona serie di dati macro americani, iniziando dalle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, anticipati a oggi in quanto domani è festa negli Stati Uniti, nonché dagli ordini di beni di consumo durevoli.  Alle 16 avremo poi il dato della fiducia dei consumatori calcolato dall’Università del Michigan.

 

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