15/03/2018

Wall Street corregge mentre tengono gli altri mercati

Wall Street ha chiuso ieri in ribasso dello 0,57% a 2749,48 (grafico a destra) proseguendo la fase di avversione al rischio scattata martedì con l’allontanamento di Rex Tillerson: il problema principale per gli investitori è l’incertezza intorno alle politiche economiche dell’amministrazione Trump in generale e a quelle commerciali in particolare.

Nell’incertezza il rally delle ultime due settimane è stato sfruttato per vendere e l’indice SP500 si è fermato intorno a quota 2800 e ora sta ritracciando il rialzo. E’ impossibile prevedere dove si arresterà, ma il massimo a 28000 per il momento dovrebbe delimitare lo spazio al rialzo del mercato americano: da notare come invece il Nasdaq abbia superato il massimo di gennaio grazie ai soliti cinque titoli.  Anche ieri Amazon è riuscita a chiudere al rialzo a 1591 dollari, mentre Apple ha perso quasi un punto percentuale.  Da notare il 2,5% della Boeing, che sarebbe uno dei principali titoli puniti da una guerra commerciale.

I dati macro degli ultimi giorni sono stati più deboli del previsto e soprattutto le vendite al dettaglio di febbraio, annunciate ieri, hanno deluso gli analisti mostrando la seconda diminuzione consecutiva.  Il rendimento del Treasury decennale è quindi sceso al 2,81% dal 2,96% massimo toccato in febbraio.

Si è indebolito il dollaro soprattutto nei confronti delle yen, questa mattina a quota 106.00, mentre l’euro rimane sotto 1,240 solo grazie agli interventi di Draghi volti ad impedire un rafforzamento del cambio, che in ogni caso ha tutta l’aria di voler superare il massimo dell’anno sopra quota 1,2500 nonostante il possibile rialzo dei tassi americani la prossima settimana.

Poco mossi invece i mercati asiatici, con Tokyo e Hong Kong che chiudono in leggero rialzo, e anche i mercati europei non sembrano orientati al ribasso, almeno sino a quando non romperanno il primo supporto, che per il Dax è situato a 11865 (grafico in basso).

La giornata odierna scarseggia di dati macro e nel pomeriggio avremo solo le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti e l’indice congiunturale calcolato dalla Federal Reserve di Philadelphia.

 

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