Wall Street ha chiuso in leggero ribasso con l’indice SP500 che finisce a 2747,33 (grafico a destra), ma con il future che ha fatto segnare un doppio minimo a 2741 che rappresenta tra l’altro il 50% di retracement dell’ultimo movimento rialzista iniziato a 2681 il 7 marzo: il superamento del massimo di ieri a 2763 sarebbe il segnale che il mercato è pronto per un nuovo movimento rialzista.
Al momento il mercato rimane sulla difensiva soprattutto a causa dell'incertezza della situazione politica a Washington, visto che ieri il Post ha scritto di un probabile allontanamento del National Security Advisor McMaster.
I dati macro di ieri sono stati contrastati, con una diminuzione delle richieste di sussidi di disoccupazione compensata dal calo dell’indice della congiuntura calcolato dalla Philadelphia Fed. Oggi avremo il dato sulla fiducia dei consumatori calcolato dall’Università del Michigan e anche in questo caso di attende una flessione dal 99,7 di febbraio.
Il mercato obbligazionario ha guadagnato marginalmente terreno anche ieri grazie al dato debole di mercoledì delle vendite al dettaglio, che in febbraio hanno mostrato la seconda contrazione mensile: questa mattina il rendimento del decennale apre a 2,82%, sui minimi degli ultimi giorni.
Contrastato anche il dollaro, che scende sotto quota 106 contro lo yen, ma si rafforza contro l’euro, che ieri è sceso sotto quota 1,230 reagendo alle dichiarazioni di Draghi di mercoledì: il presidente della BCE ha esplicitamente citato il tasso di cambio come un fattore che potrebbe impedire all’inflazione di raggiungere l’obiettivo del 2,0%.
I mercati europei rimangono sopra ai supporti e pertanto non ci sono motivi per attenderci cali significativi nei prossimi giorni: da monitorare il triplo minimo del DAX (grafico in basso).
