Una serie di dati macro cinesi più deboli del previsto ha spinto al ribasso i mercati asiatici, con Tokyo che ha perso due punti percentuali e Hong Kong l’1,6%, mentre Shanghai ha chiuso a -1,53% (grafico in basso) e prosegue nel suo movimento laterale delle ultime settimane.
Si tratta delle vendite al dettaglio di novembre, in aumento dell’8,1% contro l’8,8% atteso, e della produzione industriale dello stesso mese, leggermente più debole del previsto a +6,3% sullo stesso mese del 2017 contro il 6,4% di ottobre. Si parla quindi di dati comunque positivi che al massimo segnalano un rallentamento del tasso di crescita e non dovrebbero preoccupare i mercati, ma la reazione esageratamente negativa, con il furture sull’SP500 che perde lo 0,7% segnala un tono dei mercati piuttosto debole, con reazioni solo ai dati negativi e non a quelli positivi come ad esempio il miglioramento delle trattative commerciali tra Cina e Stati Uniti.
Ieri Wall Street ha chiuso invariata a 2650,54 punti (grafico a destra) e il tentativo di rialzo anche ieri è stato accolto dalle vendite, mentre nei mesi scorsi erano le correzioni che richiamavano i compratori. In recupero di un punto percentuale la Apple dopo giorni orientati al ribasso, mentre gli altri titoli tecnologici sono finiti invariati.
Aprono negativamente anche i mercati europei nonostante l’avvicinarsi di un accordo sulla Finanziaria italiana e vengono venduti ancora i titoli bancari nonostante la discesa del BTP decennale a 2,95%, mentre l’euro è stabile intorno a quota 1,1350 dopo la riunione della BCE di ieri che ha confermato la fine degli acquisti di titoli a fine anno. Draghi non ha portato elementi nuovi affermando che i titoli in scadenza verranno reinvestiti e che i tassi rimarranno negativi almeno sino all’estate prossima, mentre ha leggermente abbassato le stime di crescita e dell’inflazione per il prossimo anno.
In leggero rialzo il mercato dei Treasurys con il rendimento del decennale al 2,9%, mentre arrivano segnali positivi dal mercato del greggio, dove il WTI ha recuperato ieri terreno nonostante la discesa di Wall Street e questa mattina tratta sopra quota 52 dollari al barile.
Dal fronte macro si attendono in mattinata i risultati dei survey della Markit sulla congiuntura dei vari paesi dell’area euro, mentre nel pomeriggio avremo le vendite al dettaglio e la produzione industriale americana di novembre.