17/01/2019

Frenano i mercati azionari

Il mercato azionario americano ha chiuso la giornata di ieri con un rialzo dello 0,2% per entrambi gli indici principali: l’SP ha chiuso sui massimi dell’anno a 2615,18 punti (grafico a destra), sostenuto soprattutto dal settore bancario, mentre i tecnologici hanno chiuso contrastati, con l’eccezione della Apple che ha esteso il recupero chiudendo a 154,94 dollari con un guadagno dell’1,22%.

Come detto è stato il settore bancario a mettere a segno i rialzi più vistosi e in particolare si è distinta Bank of America, che ha chiuso a 28,45 dollari guadagnando il 7%.  BoA è stato l’unico dei giganti del credito a far segnare non solo un aumento dell’utile per azione, ma un aumento del fatturato, mentre per Wells Fargo e Citigroup l’aumento dell’EPS è legato ai buy-back che hanno ridotto il numero di azioni in circolazione.

L’indice principale è comunque in un’area di forte resistenza che rappresenta il 50% di retracement della discesa da 2940 e 2340 e ieri ha chiuso ben al di sotto dei massimi fatti registrare a metà giornata: i futures sull’indice segnalano poi un’apertura in ribasso di mezzo punto percentuale in reazione alla flessione dei mercati asiatici.  Tokyo chiude a -0,2%, Hong Kong perde lo 0,57% e Shanghai lo 0,42%.

La debolezza dei mercati asiatici è legata alla notizia che un gruppo bipartisan di legislatori USA hanno introdotto un progetto di legge volto ad impedire la vendita di microchips a Huawei e altre società telecom cinesi, e questo non è visto come un buon segnale per le trattative commerciali in atto.

Continua  poi a pesare sul mercato americano la chiusura di parte del governo federale, che tra l’altro ha impedito ieri l’uscita dei dati sulle vendite al dettaglio da parte del Census Bureau.

Risale in mercato dei Treasurys con il rendimento del decennale al 2,71% e il Tbond a 145,5, mentre il petrolio WTI si muove da qualche giorno intorno ai 52 dollari al barile.

Recupera la sterlina a  1,2860 dopo il voto di fiducia al Primo Ministro May, ma il dollaro a segnali di rallentamento spingendo l’euro a 1,1380 e lo yen a quota 108,75.

L’attenzione degli investitori è oggi rivolta ai dati americani dei nuovi cantieri per dicembre e alla revisione della stima dell’inflazione dell’area euro dicembre, che dovrebbe vedere il tasso tendenziale confermato all’1,6%.

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