22/01/2019

Tornano i timori del rallentamento della congiuntura globale

Ritorna il tema del rallentamento della crescita globale dopo i dati inferiori alle attese di ieri della crescita del PIL cinese e dopo la revisione al ribasso delle stime di crescita del FMI.  Rimangono poi sul tavolo i problemi della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e quello della Brexit e si rafforza il timore che non venga raggiunto un accordo con l’UE e che la Gran Bretagna esca dall’Unione senza un accordo.

I mercati asiatici chiudono quindi in ribasso con le perdite maggiori per Shanghai a -1,18% e Hong Kong, mentre Tokyo chiude a -0,47% (grafico in basso del Topix), e i futures sugli indici americani perdono mezzo punto percentuale: è ora più probabile che il massimo fatto segnare venerdì dal mercato americano sia un massimo di medio termine e che si assista a una fase di ritracciamento del rialzo delle ultime settimane prima di un nuovo movimento al rialzo.

Scende di mezzo dollaro il petrolio WTI a 53,5 e si rafforza il dollaro, sia contro lo yen a 109,50 che contro l’Euro a 1,1350 – il minimo delle ultime settimane, mentre sale il mercato obbligazionario: il rendimento del Teasury decennale scende leggermente a 2,75% mentre il TBond torna sopra quota 145.  I mercati europei aprono in ribasso di circa mezzo punto percentuale, con perdite superiori per il mercato italiano indebolito dalle vendite sul settore bancario.

La giornata odierna presenta pochi dati dal fronte macro: alle 11:00 abbiamo il risultato del survey della Zew sulla congiuntura tedesca di gennaio, e nel pomeriggio  le  vendite di case negli Stati Uniti per il mese di dicembre.

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