21/03/2019

Una Fed più accomodante affonda il dollaro

La Federal Reserve ha sorpreso gli analisti con un atteggiamento radicalmente più accomodante del previsto: non solo ha cancellato le proiezioni di due rialzi dei tassi per l’anno in corso, ma ha annunciato che in settembre terminerà il programma di riduzione dell’attivo e che reinvestirà i Treasurys i titoli in scadenza, di fatto riducendo solo l’esposizione sui titoli ipotecari.  La giustificazione di questo cambiamento è nella riduzione della proiezione di crescita per quest’anno dal 2,3% al 2,1% e dell’inflazione dall’1,9% all’1,8%.

La reazione dei mercati è stata significativa, con i Treasurys che hanno guadagnato mezzo punto sui decennali con il rendimento che scende al 2,53% e il TBond sopra quota 147.  Il dollaro è stato venduto contro tutte le valute: contro lo yen è sceso di un punto a 110,40 mentre l’euro è risalito sopra quota 1,1400.

L’unico mercato che non ha reagito al comunicato della Fed è stato quello azionario, che ha perso il mezzo punto guadagnato dopo l’uscita della notizia: evidentemente gli investitori hanno guardato più ai segnali di rallentamento della congiuntura citato dalla banca centrale e le sue implicazioni per gli utili aziendali che alla prospettiva di una politica monetaria più accomodante.  L’indice SP500 ha quindi chiuso a 2824 perdendo lo 0,3% e il futures indica un’apertura in ulteriore ribasso dello 0,2% (grafico a destra).

Il ribasso di Wall Street è stato trainato dal settore bancario, che risente negativamente dei rendimenti bassi, e da quello dei microprocessori, che martedì era salito ampiamente, mentre è proseguito il rialzo di Amazon a 1797,27 dollari (+2%) e della Apple a 188,16 dollari.  In recupero anche Facebook a 165,44 dopo giorni di ribassi.

Il petrolio WTI è salito  sopra quota 60 dollari al barile sulla notizia di una riduzione molto più ampia del previso delle scorte americane e per il momento la contrazione dell’offerta sembra avere un peso più importante della riduzione della domanda.

La giornata odierna è contraddistinta dall’assenza di dati macro di primaria importanza e l’unico evento significativo è la riunione della Bank fo England.  I mercati hanno quindi tempo per adeguarsi al nuovo scenario delineato ieri dalla Federal Reserve.

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