Il mercato azionario americano ha messo a segno un notevole recupero ieri sulla notizia che i dazi americani sulle importazioni cinesi del 10% saranno rinviati al 15 dicembre su alcuni prodotti, e in particolari su quelli tecnologici: l'indice Sp 500 ha guadagnato l'1,48% chiudendo a 2926 e il Nasdaq l'1,95%.
E' stata la Apple a guidare il rialzo con un +4,2% a 208,97 dollari, ma anche gli altri tecnologici hanno chiuso con guadagni intorno ai due punti percentuali.
I mercati asiativi hanno seguito il mercato americano e Tokyo ha chiuso con un rialzo di un punto percentuale: più cauti i mercati cinesi con Hong Kong in leggero ribasso e Shanghai a +0,4%. I dati macro cinesi sono uscitti questa mattina molto più deboli del previsto con la produzione industriale di luglio in aumento del 4,8% e le vendite al dettaglio a +7,6%, due punti percentuali in meno di giugno. I futures sugli indici americani perdono un quarto di punto e anche l'apertura dei mercati europei è leggermente negativa.
Tornano quindi in primo piano i timori di un rallentamento della congiuntura globale anche grazie al dato della crescita del PIL tedesco del secondo trimestre a -0,1% annunciato questa mattina. Rispetto allo stesso periodo del 2018 la variazione è stata nulla.
I mercati obbligazionari rimangono quindi sui massimi dell'anno con il rendimento del Treasury decennale a 1,65% come quello del titolo a due anni mentre quello del Bund decennale fa registrare un nuovo minimo a 0,62%. Da notare come il dato di ieri dell'inflazione americana di luglio a +1,8% non abbia avuto alcun impatto negativo sul mercato obbligazionario.
In recupero il dollaro contro lo yen a 106,4 mentre l''euro rimane sotto quota 1,1200 senza perù mostrare una chiara tendenza ribassista.
Il petrolio WTI ha guadagnato ieri due dollari al barile finendo sopra i 57 dollari seguendo il mercato azionario, ma ieri sera è uscitro il dato delle scorte americane della scorsa settimana calcolato dall'API e ha mostrato una aumento imprevisto che dovrebbe essere confermato oggi dal dato ufficiale governativo, Il WTI tratta a 56,3 e il Brent quattro dollari in più con uno spread insolitamente ridotto.
Dal fronte macro oggi si attendono i dati della crescita del PIL dell'area euro, atteso a +0,2% sul trimestre precedente come nel primo trimestre e la produzione industriale di giugno sempre per l'area euro, mentre non avremo dati americani. E' probabile che prevalgano le prese di beneficio sopo il rally di ieri.