Il febbraio d'oro di Nextam P. International Value" /> Analisi - CFS Rating
11/03/2016

Il febbraio d'oro di Nextam P. International Value

Nextam Partners International Value A è il Best Performer per la Categoria Az. Internazionali - Large Cap, dopo aver incassato un rendimento mensile a febbraio di oltre sette punti (+7,36%). Qui seguito potete trovare la nostra intervista esclusiva ai gestori del fondo: Alvaro Guzmán de Lázaro, Chief Investment Officer (e membro fondatore di azValor Asset Management) e Fernando Bernad Marrase, Portfolio Manager e co-fondatore della società. 

Fondo: Nextam P. International Value A
ISIN: LU0551701773
Categoria: Az. Internazionali - Large Cap
Società: Nextam Partners Sicav 
Performance mensile: +7,36%
 




Biografie Professionali

Alvaro Guzmán de Lázaro Mateos (sx) è Chief Investment Officer e fondatore di  azValor Asset Management, boutique dell'asset management specializzata nell'investimento in fondi azionari che è stata fondata nell'ottobre del 2015.
Prima di fondare Azvalor Asset Management, Alvaro ha lavorato per dodici anni in Bestinver Asset Management, come Portfolio Manager in collaborazione con Francisco Garcia Paramés (CIO e il partner Fernando Bernad.

Fernando Bernad Marrase (dx) è Portfolio Manager e membro fondatore di azValor Asset Management. 
La sua esperienza in Bestinver Asset management come Portfolio Manager è di 8 anni.


Potrebbe descrivere brevemente come avviene il processo di stock picking?

Tutti i nostri fondi sono gestiti secondo un’unica filosofia di investimento: “value investing”. Usiamo uno stile “value” puro, un approccio bottom up, senza vincoli riguardo la capitalizzazione di mercato o il settore.  Crediamo che il modo più affidabile per ottenere un rendimento adeguato per i nostri clienti sia attraverso investimenti di lungo termine in società con una gestione buona e comprensibile, sottovalutate, e con un significativo potenziale di apprezzamento nel lungo termine.

Ricerchiamo il valore in ogni nostro investimento e il nostro impegno ci richiede di sviluppare una profonda conoscenza di ogni singola società che fa parte dei nostri portafogli. Questo significa non solo conoscere le sue informazioni pubbliche, ma anche visitare le sue sedi, parlare con il management e gli ex dipendenti, conoscere i concorrenti e la situazione del settore, eccetera. Ci preoccupiamo soltanto delle nostre posizioni individuali: non abbiamo i margini per risolvere i misteri della macroeconomia, quindi diversifichiamo, scegliamo le migliori opportunità di rischio/rendimento che troviamo e non ci preoccupiamo troppo di ciò che non possiamo controllare.

I nostri portafogli sono costruiti sulla base di una selezione titolo per titolo. La selezione titoli è una parte importante del processo e i manager devono assicurarsi che il management delle società abbia una strategia chiara e l’abilità di portarla avanti. È vitale sapere come si comporteranno le persone sotto pressione. Non è necessario prevedere il futuro quando si sa che le società hanno il management e gli asset giusti per comportarsi bene in periodi difficili. È lì che possiamo seminare per poi ottenere in futuro sovraperformance eccezionali. Ciononostante, non vogliamo investire soltanto in manager che siano altamente capaci, ma che abbiano anche una storia chiara di integrità e di azione nel migliore interesse degli azionisti.


La performance mensile di febbraio è di oltre sette punti (+7,36%), un risultato notevole, considerato che si tratta della performance più altra fra i fondi appartenenti alla categoria Azionari Internazionali - Large Cap. Quali sono le ragioni dell'ottimo risultato? Quali sono stati i titoli più premianti, o eventuali scommesse che hanno sostenuto la performance?

Approfittiamo delle circostanze temporanee per investire con un orizzonte di lungo termine, che definiamo come la durata media dei cicli (circa cinque anni). Nel breve periodo, le variazioni nel prezzo di una società sono imprevedibili, ma nel lungo termine i prezzi devono rifletterne il valore economico. Il mercato è efficiente nel lungo periodo, ma può offrire opportunità temporanee in circostanze transitorie. Ci impegniamo per approfittare delle inefficienze di breve periodo. Prezzo e valore sono sempre gli unici due criteri per comprare o vendere. Miriamo a comprare buone società in crescita gestite da persone oneste e capaci quando sono negoziate a una frazione della nostra valutazione.

Le posizioni più premianti sono state società legate alle commodities. Una delle nostre posizioni principali è Antofagasta, controllata dalla famiglia Luksic, una delle più grandi ed efficienti aziende di estrazione al mondo. Tutte le sue miniere sono localizzate in Cile, è un’azienda ben gestita, senza debito, e negoziata a un valore significativamente inferiore rispetto al valore di rimpiazzo dei suoi asset. Sono stati bravi nell’allocare il capitale, non comprando durante i picchi dei cicli. Recentemente, hanno acquistato una miniera da un venditore “forzato”. Il prezzo del rame è sceso di più del 50% dai suoi massimi e quello delle azioni di Antofagasta quasi del 70%.


A fine gennaio il fondo risultava investito in azioni per la quasi totalità del portafoglio (97%). La scomposizione per settori rivela che per un quarto del totale, il portafoglio è investito nelle materie prime, un settore che nell'ultimo mese ha guadagnato più di 6 punti. Qual è la vostra view su questo settore di investimento?

In passato investivamo in società di alta qualità, con alti ROCE e senza debito, tuttavia il prezzo delle azioni della maggior parte di queste società è aumentato durante la prima metà del 2015, riducendo il gap fra prezzo e fair value, ed era difficile trovare queste società negoziate a prezzi ragionevoli, con un magine di sicurezza sufficiente per investirvi con tranquillità. Queste società compongono ora circa il 40% del portafoglio.

Le società correlate direttamente alle commodities compongono circa il 37% del portafoglio, e un altro 7% vi è esposto indirettamente. Dal 2011 e soprattutto nel 2015 queste società hanno avuto ribassi drammatici, e abbiamo costruito le nostre posizioni dopo cadute, in alcuni casi, di più del 70/80% dai massimi. Nonostante il recente rialzo pensiamo che ci sia ancora potenziale in queste posizioni nel lungo termine. Via via che il prezzo aumenta e si avvicina al fair value, aggiustiamo gradualmente i loro pesi per comprare altre società più sottovalutate; questo è un processo giornaliero che aumenta il potenziale al rialzo del portafoglio.


Il breakdown per paesi rivela che un terzo del portafoglio risulta investito in titoli del Regno Unito. Qual è la Sua view sull'andamento di questo paese e della sua economia, considerata anche l'eventualità di un'uscita dall'Unione Europea, a seguito del referendum previsto per il 23 di giugno?

Anche se la scomposizione settoriale mostra un’esposizione del 30%, questa è dovuto al fatto che molte società sono quotate in Gran Bretagna ma localizzate in altri paesi (es. Antofagasta in Cile). Tuttavia, piuttosto che l’esposizione al paese in senso geografico,  preferiamo analizzare la vera esposizione del business delle società in cui investiamo. Ne risulta che il nostro portafoglio è principalmente investito in società con una esposizione di business globale.


In generale, quali sono le sue previsioni per l'investimento in azioni nel mercato globale? Cosa si aspetta dalle borse delle principali economie sviluppate nel 2016?

Cerchiamo di non fare previsioni per gli investimenti, nel lungo periodo i prezzi devono riflettere il valore economico delle società in cui investiamo. Concentriamo in nostri sforzi in un’ottima analisi delle società. Per noi, il rischio è sbagliare nella valutazione di una società e finire con il perdere permanentemente nell’investimento. Approfittiamo delle distorsioni di mercato di breve termine per fare buoni investimenti che offrano un rendimento soddisfacente nel lungo periodo.

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