06/09/2017

Il mercato valutario secondo State Street Global Advisors

Il mercato valutario ha iniziato il 2017 con i timori riguardanti le elezioni politiche nei Paesi Bassi e in Francia, l’incertezza riguardante il comportamento di Trump dopo le elezioni e i problemi associati alla Brexit. Tuttavia, i risultati nel primo semestre sono stati migliori delle aspettative catastrofiche grazie alla vittoria di Macron in Francia e alla decisione di Trump di mettere in secondo piano una politica protezionistica aggressiva.

Per quel che riguarda il futuro, comunque, restano ancora alcuni timori riguardanti la possibilità di un repentino cambio di strategia di Trump, i negoziati sulla Brexit e l’eventuale scelta della BCE di porre fine al programma di QE a fine 2017. Infine, nonostante la Cina si sia dimostrata abbastanza solida, permane il rischio associato a una riduzione della crescita globale e a una potenziale guerra commerciale da parte degli Stati Uniti. In sintesi, il contesto di bassa volatilità dei mercati valutari è un’opportunità per gli investitori ma è necessaria una certa prudenza.

USD

Il Dollaro Statunitense ha perso circa la metà di quanto aveva guadagnato dopo le elezioni di novembre 2016. Questa riduzione di valore ha posto le basi per la fine del trend rialzista del mercato, anche se è prematuro sposare la tesi di un trend ribassista. A favore di una posizione più neutrale c’è l’aumento dei rendimenti statunitensi a causa dell’allentamento della politica monetaria da parte della FED che renderebbe il Dollaro la moneta più attrattiva dei paesi sviluppati.

Sterlina

Considerando l’attuale range di 1.22-1.30, le prospettive per la sterlina sembrano essere orientate verso il basso. Questo è dovuto ai dati sulla produzione manifatturiera e al dettaglio che si rilevano deboli e ai timori relativi alle negoziazioni per la Brexit, i cui primi sei mesi saranno controversi.

Euro

Infine, la diminuzione del rischio politico dopo l’esito delle elezioni francesi, la tenuta della crescita, i mercati azionari relativamente meno cari, la ripresa degli utili societari e la prevista riduzione del QE a fine anno fanno aumentare il potenziale di opportunità per l’euro nel secondo semestre. Tuttavia, restano le incertezze relative alle elezioni italiane nel 2018 e alla capacità dell’Eurozona di contrastare la politica monetaria più restrittiva.

Con i rendimenti reali ai minimi storici, le azioni costose rispetto agli standard passati e gli spread di credito in progressivo restringimento, gli investitori non possono permettersi di affrontare il rischio strutturale di effetti inerziali provenienti dalle valute. Invece la necessità di diversificare le fonti di reddito positivo è stata raramente così impellente. Secondo Aaron Hurd, Senior Portfolio Manager di State Street Global Advisors “I portafogli valutari ad esposizione fattoriale possono rispondere a questa esigenza. In particolare i portafogli valutari basati di tipo value vantano un track record a lungo termine di successo e una correlazione da zero a negativa alle azioni globali e al credito”.

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