12/11/2021

PIMCO: L'IPC statunitense di ottobre aggiunge pressione alla politica della Fed

PIMCO: L'IPC statunitense di ottobre aggiunge pressione alla politica della Fed

 

A cura di Tiffany Wilding, economista esperta di America Settentrionale di PIMCO

 

Un altro rapporto sull'inflazione dell'indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense più solido del previsto per ottobre 2021 lascia decisamente intendere che i funzionari della Federal Reserve anticiperanno il calendario previsto per l'aumento dei tassi, nel tentativo di gestire il rischio che le aspettative di inflazione a lungo termine accelerino a causa delle pressioni inflazionistiche e della conseguente incertezza economica. La Fed rilascerà le previsioni aggiornate sull'aumento dei tassi a dicembre; dopo quest'ultimo rapporto sull'IPC, crediamo che la previsione media aggiornata della Fed potrebbe indicare due aumenti dei tassi nel 2022 e tre o quattro aumenti nel 2023.

 

Il rapporto CPI di ottobre ha mostrato che i prezzi di un'ampia gamma di beni al dettaglio sono aumentati più del previsto, poiché i consumatori hanno anticipato gli acquisti per il periodo natalizio, e anche l'accelerazione nelle categorie degli alloggi negli ultimi due mesi è stata più decisa del previsto. Le continue pressioni della catena di approvvigionamento e la domanda di automobili hanno anche contribuito all'aumento dell'inflazione riportata.

 

Analisi del rapporto CPI

L'IPC di base degli Stati Uniti è aumentato dello 0,6% mese su mese (m/m) a ottobre, superando le stime di consenso. In particolare, le categorie per gli affitti e gli affitti equivalenti ai proprietari (OER) sono aumentati dello 0,4% m/m, simile a settembre, ma l'accelerazione di ottobre è stata più ampia tra le regioni e le densità di popolazione (rurale e urbana). Nel complesso, un'economia più forte, tassi d'interesse più alti, prezzi delle case più alti e una disoccupazione più bassa stanno contribuendo al recupero dell'inflazione dei prezzi degli alloggi rispetto alla debolezza indotta dalla recessione. Il rapporto di ottobre suggerisce che l'inflazione dei prezzi degli affitti potrebbe accelerare al di sopra del prevalente andamento precedente alla recessione più velocemente del previsto.

 

Inoltre, nei dati CPI di ottobre, la categoria dei beni al dettaglio è aumentata ad un forte ritmo dello 0,7% m/m, un rapporto coerente con altri indicatori economici ad alta frequenza. Sembra che le notizie riportate dai media sulla possibilità di scaffali vuoti durante la stagione dello shopping natalizio abbiano influenzato i modelli di acquisto dei consumatori. Questa forte domanda, insieme alle già basse scorte al dettaglio, ha aumentato i prezzi di articoli come i mobili (+0,8% m/m) e gli articoli ricreativi (+0,4% m/m) in particolare.

 

Nel frattempo, l'inflazione dei prezzi delle auto ha riaccelerato. I prezzi delle auto usate sono rimbalzati del 2,5% m/m in ottobre dopo due mesi di calo dei prezzi. Anche se i dati dell'industria suggeriscono che le scorte delle auto usate abbiano recuperato più delle auto nuove, la combinazione della necessità di sostituire le auto danneggiate dall'uragano Ida con scorte di auto nuove già molto basse ha di nuovo spinto i prezzi dell’usato. Ci aspettiamo che i prezzi delle auto usate continuino a salire fino alla fine dell'anno, prima di diminuire l'anno prossimo. Nel frattempo, anche l'inflazione dei nuovi veicoli è stata forte, con un aumento dell'1,4% m/m con le scorte vicino ai minimi storici. Tra le notizie positive, i commenti sugli utili del terzo trimestre di diverse case automobilistiche suggeriscono che il peggio potrebbe essere passato circa i problemi di fornitura di semiconduttori, e il graduale miglioramento delle scorte nei prossimi trimestri dovrebbe aiutare l'inflazione dei prezzi delle auto nuove a normalizzarsi nel 2022.

 

Infine, nonostante il calo dei casi di COVID-19 negli Stati Uniti nell'ultimo mese, i settori dei servizi sensibili alla pandemia sono contrastanti nel rapporto CPI. Come previsto i prezzi degli hotel sono rimbalzati dopo due cali mensili consecutivi (+1,5% m/m), ma le tariffe aeree sono scese per il quarto mese consecutivo (-0,7% m/m). Anche se le compagnie aeree hanno generalmente battuto le aspettative sugli utili nel terzo trimestre e si aspettano un robusto periodo delle vacanze, la debolezza dei prezzi può suggerire che un diverso mix di viaggiatori sta causando questo declino. La seconda metà dell'anno è generalmente la principale stagione per i viaggiatori per affari, che tendono a pagare tariffe più alte, e dietro a parte della debolezza potrebbero esserci i ritardi nel ritorno in ufficio a causa della variante Delta.

 

Implicazioni per la politica della Fed

Nel complesso, il rapporto sull'IPC statunitense di ottobre riafferma che la Fed si trova in una posizione scomoda. Se ci aspettavamo che i prossimi mesi sarebbero stati difficili da gestire per la Fed, gli aumenti dei prezzi più forti del previsto in ottobre, specialmente nelle categorie di beni di prima necessità, confermano che i funzionari della Fed rivedranno ancora una volta le loro previsioni sull'inflazione e sui tassi nel documento di sintesi delle proiezioni economiche (SEP) di dicembre. Ci aspettiamo che la previsione media rivista della Fed implichi due rialzi dei tassi nel 2022 (e altri tre o quattro rialzi nel 2023), il che suggerisce che la Fed probabilmente inizierà il rialzo subito dopo la fine degli acquisti di obbligazioni.

 

Per ora, ci aspettiamo che il ritmo del tapering degli acquisti di asset continui a 10 miliardi di dollari al mese per i Treasuries statunitensi e 5 miliardi di dollari al mese per i titoli garantiti da ipoteca (MBS) agency. Tuttavia, non saremmo sorpresi di vedere più richieste per i funzionari della Fed ad accelerare il tapering a gennaio, quando dovranno annunciare l’andamento in corso.

 

 


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