ASSET ALLOCATION
Non c'è motivo per cambiare le scelte di portafoglio, con un peso modesto dell'esposizione azionaria e una focalizzazione sui titoli obbligazionari.
Il rialzo degli indici azionari americani è spiegato dai soliti cinque titoli, menter gli altri mercati e gli altri settori non riescono a seguire il rialzo del Nasdaq.
La congiuntura globale stenta a riprendersi e i mercati azionari scontano uno scenario sempre più difficile da realizzare.
I MERCATI OBBLIGAZIONARI
Il mese di luglio non ha portato movimenti significativi sui mercati obbligazionari e il rendimento del Treasury decennale ha chiuso a 0,53% rimanendo all’interno della trading range dei mesi precedenti (grafico a destra). Il rendimento del Bund decennale chiude a -0,55%.
I dati macro del mese sono stati positivi in Europa e piuttosto negativi negli Stati Uniti seguendo l’andamento divergente dell’epidemia da coronavirus, ma per i mercati obbligazionari il fattore più importante è la conferma che le banche centrali manterranno a zero i tassi anche nel secondo semestre del 2020 e che continueranno a comprare titoli obbligazionari.
Non ci sono quindi motivi per attendersi un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato dei paesi sviluppati nei prossimi mesi.
Nel corso del mese si sono ridotti gli spread creditizi tra I titoli High Yield e quelli Investment Grade grazie al tono positivo dei mercati azionari, ma riteniamo il rapporto rischio rendimento non sia a favore del mercato degli High Yield.
I MERCATI AZIONARI
Anche in luglio è proseguita la divergenza tra i mercati azionari con il Nasdaq in rialzo dell’8% (grafico a destra) e l’SP500 del 5% circa (grafico in basso a destra) , ma il Dax ha chiuso il mese invariato (grafico in basso) , il MIB in ribasso del 2% e il Nikkei giapponese del 5%.
La divergenza è causata dall’andamento eccezionale dei principali titoli tecnologici americani nel corso del mese e della Apple in particolare, in rialzo del 40% da inizio anno, ma Microsoft non è stata da meno con un rialzo del 30% e Tesla è triplicata da 500 a 1500 dollari. Amazon guadagna il 70% da inizio anno. L’unico titoli dei cinque giganti tecnologici che è non ha attratto lo stesso interesse degli investitori è stato Google che guadagna solo il 7%.
Gli altri principali titoli del mercato USA non hanno contribuito al rialzo degli indici, visto che JPMorgan perde il 30% da inizio anno e Johnson & Johnson è invariata come la VISA.
Con il senno di poi l’asset allocation migliore da inizio anno sarebbe stata quella focalizzata sui titoli di Stato a lungo termine Investment Grade e sui cinque titoli tecnologici americani evitando gli altri mercati azionari.
Viste le difficoltà della ripresa della congiuntura globale, anche perchè i problemi sanitari non sembrano essere ancora stati risolti, è poco probabile che i mercati azionari riescano a recuperare ancora terreno, ma non possiamo escludere che anche nei prossimi mesi salgano ulteriormente i cinque titoli tecnologici USA nonostante le valutazioni elevate e che quindi gli indici americani salgano ancora da qui a fine anno.
Siamo probabilmente di fronte a una bolla speculativa sui titoli tecnologici, ed è molto difficile prevedere quando si sgonfierà e da che livelli.
Viste le valutazioni azionari molto elevate continuiamo a consigliare un’esposizione intorno al 20% del portafoglio sui mercati azionari, ma segnaliamo ancora come siano particolarmente importanti le decisioni di stock picking e quelle settoriali: in altre parole non è una fase di mercato adatta all’investimento sui benchmark azionari.
Il settore energia è certamente da evitare, mentre il settore bancario europeo offre interessanti opportunità.