I mercati azionari in maggio hanno interrotto la discesa del primo quadrimestre e stanno dando segnali di maggiore stabilità nonostante nessuna buona notizia dal fronte ucraino e dal lato inflazione.
Dovremmo aver visto i minimi dell’anno, ma per il secondo semestre rimane più importante l’allocazione settoriale che l’esposizione azionaria, con i titoli Value che dovrebbero sovraperformare.
I mercati obbligazionari rimangono orientati al ribasso e dovremmo vedere rendimenti a lungo termine ancora in salita nei prossimi mesi.
MERCATI OBBLIGAZIONARI
Il mese di maggio è stato particolarmente negativo per i mercati obbligazionari europei, che si sono dovuti adeguare alle aspettative di un rialzo dei tassi da parte della BCE prima dell'estate seguito da un altro in settembre che riporti in territorio positivi i tassi a breve.
Il rendimento del Bund decennale ha chiuso il mese a 1,12% dallo 0,93% di fine aprile, mentre quello del BTP decennale è salito a 3,14%.
Il dato dell'inflazione di maggio nell'area Euro a +8,1% è stato ampiamente peggiore del previsto e lo scenario rimane negativo per i mercati obbligazionari dell'area, consigliando di evitare le scadenze più lunghe.
Il mercato obbligazionario americano al contrario ha guadagnato leggermente terreno e il rendimento del Treasury decennale ha chiuso il mese a 2,84% (grafico a destra).
La migliore tenuta del mercato americano è spiegabile col fatto che l'inflazione ha toccato il picco in marzo e sembra recedere: il deflatore della spesa dei consumatori è sceso in aprile da 5,2% a 4,9% se guardiamo all'indice che esclude i prezzi energetici ed alimentari.
Sembra poi che la Federal Reserve alzerà i tassi di un punto percentuale tra giugno e luglio, ma che poi interromperà la fase di rialzo dei tassi per valutare i dati macro in arrivo: non è infatti chiaro se l'economia americana rallenterà marcatamente nei prossimi mesi.
Riteniamo però che i redimenti a lungo termine possano salire ancora verso il 3,4% e che sia ancora presto per tornare ad investire nei Treasurys.
Al momento le opportunità migliori sono nei titoli ad alto rendimento con scadenze brevi.
MERCATI AZIONARI
Il mese di maggio ha visto una maggiore stabilità dei mercati azionari dopo l’ampia correzione del primo quadrimestre dell’anno, ma con significative divergenze settoriali che hanno ancora sfavorito i titoli tecnologici e premiato i titoli Value.
L’indice SP500 ha chiuso il mese invariato recuperando ampiamente dei minimi (grafico a destra) e interrompendo la serie di massimi decrescenti mentre il Nasdaq ha perso quasi due punti percentuali, l’indice Stoxx50 europeo a sua volta ha chiuso invariato (grafico in basso), mentre è stata migliore la performance dei mercati asiatici: il Nikkei giapponese ha guadagnato un punto e mezzo come Hong Kong, ma quest’ultimo mercato è sui livelli di dieci anni fa come del resto l’indice dei mercati emergenti, che non hanno partecipato al rialzo dei mercati sviluppati e di Wall Street in particolare.
Le divergenze settoriali sono evidenti guardando i principali titoli americani: mentre titoli bancari come JPMorgan hanno guadagnato il 10% nel corso del mese i titoli tecnologici hanno perso ulteriore terreno. La Apple ha perso oltre il 5% Facebook il 3% circa e Microsoft il 2% nonostante il rimbalzo nella seconda metà del mese.
I mercati stanno mostrando una notevole capacità di tenuta visto che il conflitto in Ucraina non sembra volgere al termine, l’inflazione rimane elevata e le prospettive di crescita appaiono più deboli. Sembra però che scontino già un aumento di un punto dei tassi americani entro l’estate e un ritorno in territorio positivo di quelli dell’area Euro entro settembre e che lo scenario macro meno favorevole sia già nei prezzi attuali e che lo spazio al ribasso sia limitato.
E’ forse presto per attendersi una ripresa dei mercati azionari, ma dovremmo aver già visto i minimi dell’anno.
In questa face di mercato è comunque più importante dell’esposizione azionaria la scelta di allocazione settoriale, in quanto è probabile che anche nella seconda metà dell’anno prevalga l’interesse per i titoli Value. Alcuni settori come quello bancario europeo dovrebbero sovraperformare, mentre i tecnologici con P/E elevati dovrebbero rimanere ancora indietro.
I mercati emergenti dovrebbero sottoperformance i mercati sviluppati nonostante i P/E significativamente più bassi.