Il mercato azionario americano non mostra alcun segno di voler correggere nonostante la posizione di estremo ipercomprato sintetizzata dallo scostamento dell’indice SP500 dalla sua media esponenziale a 200 giorni che ha raggiunto i 315 punti (grafico a destra), un livello storicamente mai raggiunto. Abbondano le divergenze negative anche sui principali titoli, ma manca ancora un segnale di debolezza dei prezzi.
Venerdì sono stati ancora i soliti tecnologici a guidare il rialzo con la Apple che sale a 318,73 dollari (+1,11%) e Microsoft che guadagna lo 0,56% a 167,1 dollari. Prosegue anche la debolezza relativa di Amazon che perde lo 0,7% a 1864 dollari. Nuovo massimo per Facebook a 222 dollari e per Google a 1480 dollari (+2%), che supera il trilione di dollari di capitalizzazione. Guadagna un altro dollaro Morgan Stanley dopo l’ottima trimestrale con un rialzo superiore al 10% da inizio anno.
Oggi i mercati nordamericani saranno chiusi per celebrare la nascita di Martin Luther King.
I mercati asiatici hanno chiuso in rialzo con l’eccezione di Hong Kong che perde quasi un punto percentuale: Tokyo sale dello 0,18% e Shanghai dello 0,66%. I mercati europei aprono invece in territorio negativo.
I mercati obbligazionari aprono sui livelli di venerdì con il rendimento del Treasury decennale fermo a 1,825% e il TBond a 157,50 punti e anche il mercato dei cambi non mostra movimenti significativi: il dollaro rimane forte sia contro lo yen a 110,20 che contro l’euro che ridiscende sotto quota 1,1100.
Si rafforza marginalmente il petrolio WTI a 59 dollari al barile, ma in Asia ha toccato un massimo a 59,77 dollari sulla notizia della chiusura dei porti libici: il greggio ha poi ritracciato gran parte del rialzo in quanto gli operatori si attendono che l’Arabia Saudita compenserà facilmente l’eventuale riduzione delle esportazioni libiche e inoltre non si teme una interruzione prolungata della produzione.