La notizia del giorno proviene dalla Cina e ha poco a che fare con i mercati finanziari, ma l’impatto sui mercati azionari asiatici è stato significativo: la Cina ha confermato che il coronavirus si trasmette da uomo a uomo e che ci sono già state quattro vittime. Inoltre pare che il virus sia già stato trasmesso in altri paesi asiatici.
Ricordando l’impatto della Sars a Hong Kong nel 2002 che ha ucciso oltre 700 persone i mercati vengono frenati da una maggiore avversione al rischio con vendite concentrate sui mercati cinesi: Shanghai ha chiuso a -1,41% e Hong Kong sta perdendo il 2,7%, Tokyo ha chiuso a -0,9% (grafico in basso) e Seul a -1%. I titoli più legati al turismo come Cathay Pacific perdono quasi il 5%.
In ribasso di oltre mezzo punto percentuale i futures sugli indici europei e dello 0,3% sull’SP500. Ieri il mercato americano era chiuso per festività.
Salgono i mercati obbligazionari con il rendimento del Treasury decennale a 1,8% e il TBond che guadagna mezzo punto a 158 mentre il dollaro perde marginalmente contro lo yen tornando sotto quota 110. Poco mosso l’euro a 1,110.
Un intensificarsi della crisi sanitaria avrebbe un impatto sul turismo e sulla crescita cinese in generale e il petrolio WTI perde mezzo dollaro dalla chiusura di ieri e tratta a 58,20. L’interruzione delle esportazioni libiche non viene considerata un fattore significativo per il mercato visto che la produzione saudita può facilmente compensare la minore offerta libica.
La giornata odierna è contraddistinta dall’assenza di dati macro significativi: in mattinata cremo il dato della disoccupazione inglese di novembre e il risultato del survey della ZEW sulla congiuntura nell’area euro per il mese di gennaio, attesa in miglioramento.