Le minute dell'ultima riunione della Federal Reserve non hanno portato grandi novità: non hanno chiarito l'entità del probabile rialzo dei tassi in settembre nè a che livello si fermeranno i rialzi dei tassi. Il FOMC ha poi sottolineato che non ci sono segnali di rallentamento delle pressioni inflazionistiche.
Il mercato obbligazionario ha reagito negativamente con il TBond che ha perso quasi un punto e questa mattina apre a 140,25 e il rendimento del Treasury decennale che risale a 2,89%, mentre Wall Street ha chiuso in ribasso di mezzo punto percentuale sull'SP500 e superiori al punto per il Nasdaq: sono stati infatti i princiali titoli tecnologici a perdere maggiormente terreno, con NVIDIA il peggiore a -2,88% seguito da Facebook a -2,57% e Amazon a -1,85%. Google ha perso l'1,77% e Tesla lo 0,84%. In controtendenza la Apple che guadagnalo 0,88%.
Deboli anche i titoli finanziari con Bank of America che perde lo 0,63% e JPMorgan lo 0,84%.
Recuperano i titoli petroliferi grazie al rimbalzo del petrolio WTI sopra agli 88 dollari al barile: Exxon Mobil sale dello 0,8% e Chevron dello 0,82%.
I mercati asiatici hanno seguito la correzione di Wall Street e Tokyo ha perso lo 0,96%, Hong Kong lo 0,9% e Seul lo 0,33% mentre gli indici europei aprono in leggero rialzo nonostante i futures sugli indici americani siano in ulteriore ribasso.
Sul mercato dei cambi l'Euro rimane debole a 1,0160 e lo Yen stabile a 135,30.
Dal fronte macro ieri è stato rivisto al riasso il dato della crescita del PIL dell'area Euro del secondo trimestre da 0,7% a 0,6% sul trimestre precedente, mentre oggi si attende il dato finale dell'inflazione di luglio, sempre per l'area Euro, che dovrebbe essere confermato a +8,9%. Nel pomeriggio avremo dagli Stati Uniti le richieste settimanali di sussidi di disccupazione, l'incice della Philadelphia Fed per il settore manifatturiero di agosto e le vendite di case di luglio.