28/11/2022

Le proteste in Cina indeboliscono i mercati in apertura di settimana

I mercati riaprono dopo una settimana di minore liquidità a causa della festività del Ringraziamento negli Stati Uniti e le proteste in varie città della Cina contro le politiche zero-Covid con scontri con la polizia che indeboliscono gli indici dei mecati azionari cinesi e tutti quelli asiatici: Hong Kong perde l'1,5% e l'indice China A50 quasi il 2%, Tkyo lo 0,42% e Seul l'1,2%.
In ribasso anche gli indici europei con perdite intorno al mezzo punto percentuale per il Dax e il CAC francese come per lo Stoxx50. Anche i futures sugli indici americani perdono mezzo punto percentuale.
Da notare poi il nuovo minimo degli ultimi mesi per il petrolio WTI a 74 dollari al barile mentre il Brent apre questa mattina a 81,50: pesa sul mercato americano l'annuncio che il governo USA ha autorizzato Chevron ad aumentare la produzione in Venezuela, anche se si tratta di un aumento dell'offerta molto modesto.
Sul mercato dei cambi il dollaro è stabile a 1,0395 contro l'Euro e a 138,15 contro lo Yen, mentre si rafforzano i mercati obbligazionari sulle notizie provenienti dalla Cina: il rendimento del Treasury decennale scende a 3,63% e il TBond guadagna un punto a 128,50 superando il massimo della scorsa settimana.

Venerdì  NYSE ha chiuso prima della solita ora e l'indice SP500 è finito praticamnte invariato mentre il DowJones ha guadagnato lo 0,45 e il Nasdaq ha perso lo 0,5%, segno di rotazione dai titoli Growth a quelli Value.
Apple è stato il titolo peggiore tra i principali tecnologici perdendo l'1,96%, NVIDIA ha seguito a -1,62% e Google a -1,02%. Amazon ha perso lo 0,76% come Facebook mentre Microsoft ha chiuso appena sotto la chiusura precedente.
Positivi i titoli Value: UnitedHealth ha guadagnato l'1,49% e i principali titoli bancari hanno guadagnato lo 0,2%.

Per oggi non sono attesi dati macro significativi, in attesa del dato di mercoledì dell'inflazione nell'area Euro e quello di venerdì della disoccupazione USA di novembre.

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