31/03/2020

Mercati azionari in recupero a fine trimestre

I mercati azionari tentano di chiudere il mese e il trimestre recuperando parte delle notevoli perdite delle ultime settimane e Wall Street ieri ha guadagnato il 3,5% finendo a 2626,65 punti (grafico a destra).  Il settore più brillante è stato quello farmaceutico, ma anche i tecnologici hanno messo a segno ampi rialzi con Microsoft che ha guadagnato il 7% finendo a 160,23 dollari e Amazon il 3,36% a 1963,95 dollari.  Apple sale del 2,85% a 254,81 dollari mentre la Tesla perde il 2,38%  a 502 dollari.  In ribasso del 6% la Boeing.

I mercati asiatici hanno invece chiuso contrastati, con Tokyo che perde lo 0,88% dopo il notevole rally della scorsa settimana, Shanghai invariata e Hong Kong e Taiwan in rialzo di circa un punto percentuale.  E’ uscito l’indice cinese dei responsabili degli acquisti di marzo per il settore manifatturiero mostrando un notevole rialzo a 52 punti segnalando quindi una espansione dell’attività, ma dopo il tracollo di febbraio un aumento dell’indice era previsto.

Poco mosso il mercato obbligazionario con il rendimento del Treasury decennale a 0,70% e il TBond a 138,70 mentre si rafforza il dollaro contro l’euro e lo yen, ma perde terreno contro il dollaro australiano che risale a 0,62.  L’euro torna sotto quota 1,100 indebolito dai flussi di fine trimestre a favore del dollaro.

In leggero recupero il petrolio WTI a 21,20 dollari al barile dopo aver trattato sotto quota 20 dollari ieri pomeriggio: Trump e Putin si sono sentiti telefonicamente accordandosi per un incontro tra i rispettivi ministri dell’energia, ma essendo il problema anche dal lato della domanda gli operatori non si attendono un impatto sul mercato di una iniziativa congiunta.

Per la giornata odierna l’attenzione degli investitori è puntata sul  dato dell’inflazione dell’area euro di marzo, attesa in calo a 0,8% dall’1,2% di febbraio, e quindi nel pomeriggio sui dati americani dell’indice dei responsabili degli acquisti di Chicago per marzo e quello della fiducia dei  consumatori calcolato dal Conference Board.

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