Il rally di martedì è stato seguito ieri da un tracollo dei mercati azionari particolarmente ampio per Wall Street: non è chiaro perchè gli investitori hanno spinto al rialzo l'indice SP500 del 2% per poi fargli perdere ieri il 4% senza particolari notizie: il mercato obbligazionario è rimasto invece piuttosto fermo con il rendimento del Treasury decennale a 2,88%.
Prosegue quindi una fase di ampia volatilità e non è chiaro se la fase di correzione iniziata a dine anno sia giunta al termine: gli indici europei rimangono sopra ai minimi di marzo mentre gli indici americani sembrano volerli ritestare: la migliore tenuta dei mercati europei non è facile da spiegare vista la congiuntura sfavorevole e la guerra alle porte, ma forse dipende dalle valutazione molto più elevate dei tecnologici americani, che però stanno rientrando velocemente: Amazon ha perso il 7,16% ma rimase sopravvalutata, Apple il 5,64% e non è ancora un affare, ma Google a 21 volte gli utili a 2238 dollari inizia a diventare interessante.
Difficile da spiegare il flusso di vendita sui titoli bancari con perdite del 3,5% di wells Fargo, dell'1,7% di JPMorgan e del 3,11% di Bank of America, segno che ieri hanno prevalso le vendite generalizzate su qualsiasi titoli e anche i petroliferi hanno chiuso in ribasso nonostante il WI a 106,50: Exxon Mobil ha guadagnato l'1,56% e Chevron il 2,56%.
I mercati asiatici hanno seguito la ridiscesa di Wall Street e Tokyo ha perso l'1,89%, Hong Kong il 2,45 e Seul l'1,28% mentre i mercati europei dovrebbero aprire in ribasso di un punto percentuale.
Sul mercato dei cambi l'Euro tratta a 1,0480 mentre il petrolio WTI apre questa mattina a 108 dollari al barile.
L'attenzione degli investitori è oggi puntata sulle minute dell'ultima riunione della BCE, mentre nel pomeriggio avremo le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione americane e l'indice della Philadelphia Fed di maggio del settore manifatturiero.