Il mercato azionari americano ha chiuso ieri in ribasso di un punto percentuale a 3357 punti (grafico a destra) dopo un'apertura in gap down spiegata dalla reazione tarfiva alla conferenza stampa della Federal Reserve. La banca centrale americana ha alzato le stime di crescita per l'anno in corso, ma non ha aumentato il paino di acquisti di titoli obbligazionari e questo spiega la correzione del mercato azionario e il fatto che quello del Treasurys sia rimasto invariato nonostante la discesa dell'azionario e dei dati macro ieri peggiori delle attese.
Il rendimento del decennale è fermo da giorni intorno a 0,68%.
Le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione a 860 mila non mostrano un'economia in rapida ripresa e anche il dato sui nuovi cantieri abitativi è uscito sotto le attese.
I cinque titoli principali del listino guidano il ribasso: Apple perde l'1,6%, Amazon il 2,25% e Microsoft un punto percentuale. Google perde l'1,66% e Facebook il 3,24%. Tesla scende del 4,22%.
Le perdite dei mercati europei sono state intorno al mezzo punto percentuale con Milano che scende maggiormente dell'1,12%. I mercati asiatici hanno invece chiuso in leggero rialzo, ma Shanghai ha guadagnato l'1,75% e Hong Konh lo 0,4%.
Sul mercato dei cambi si nota l'apertura bassa dell'euro a 1,1760 e una giornata in contnuo recupero sino alla chiusra a 1,1850, mentre il petrolio WTI ha esteoso il rimbalzo grazie ai dati della riduzione delle scorte americane.
La giornata odierna è poverra di dati macro: il più significativo è l'indice della fiducia dei consumatri USA di settembre calcolato dall'Università del Michigan e la previsioine è di un leggero incremento dal 74,1 di agosto.