03/04/2020

Sale al 4,4% il tasso di disoccupazione USA in marzo

Secondo i dati annunciati oggi dal Labor Bureau sono stati perso 701 mila occupati nel mese di marzo mentre il tasso di disoccupazione è salito al 4,4% dal 3,5%.  Il dato di gennaio è stato rivisto da 273 mila a 214 mila mentre quello di febbraio da 273 mila a 275 mila .

Il survey delle imprese cui fa riferimento il dato dei nuovi occupati si riferisce però alla settimana  dell’8-14 marzo, mentre i 10 milioni di nuove richieste di sussidi si riferiscono alle due settimane successive. Gli analisti si attendevano quindi un dato meno negativo.

Secondo il survey delle famiglie, sul quale di basa il tasso di disoccupazione, nel mese di marzo la forza lavoro è diminuita di 1,633 milioni di persone mentre il numero degli occupati è diminuito di 2,987 milioni: il numero dei disoccupati è quindi aumentato di 1,353 milioni. E’ aumentato di 1,763 milioni il numero di persone uscite dalla forza lavoro, nel senso che vista la situazione del mercato non ha nemmeno provato a cercare lavoro. Il tasso di disoccupazione del 4,4% è quindi sottostimato, in quanto in numero significato è il -2,987 milioni di occupati.

Anche prendendo il dato più favorevole della diminuzione degli occupati di 1,353 milioni è comunque notevole la discrepanza dal risultato del survey dei datori di lavoro che registra un numero vicino alla metà: secondo questo survey sono diminuiti di 459 mila gli occupati del settore della ristorazione e alberghiero, ma è diminuito di 61 mila il numero degli occupati del settore sanitario, soprattutto a causa del -17 mila del settore dentistico.

Modesta la flessione dell’occupazione del settore del commercio al dettaglio di 46 mila unità e delle costruzioni, pari a 29 mila unità.  Il settore manifatturiero ha visto una riduzione dell’occupazione di 18 mila unità.

Dai dati odierni emerge che il settore che ha reagito immediatamente al crollo dell’attività è stato quello della ristorazione, mentre l’impatto sul settore manifatturiero è rimandato al prossimo mese.

Il tasso di crescita dei salari orari medi è stato del 3,1%.

NOTE METODOLOGICHE

I dati sulla disoccupazione americana sono quelli che hanno un impatto maggiore sui mercati finanziari, ma la metodologia di calcolo è poco considerata. Alle ore 8:30 del primo venerdì del mese il Bureau of Labor annuncia i dati sulla disoccupazione americana del mese precedente, che sono il risultato di due surveys: Current Population Survey (CPS) e il Current Employment Statistics (CES). Il primo fornisce informazioni sulla forza lavoro, occupazione e disoccupazione basandosi su un questionario diretto a circa 60 mila famiglie, mentre il secondo fornisce informazioni sull’occupazione, ore lavorate e remunerazione oraria basandosi sui dati provenienti da circa 142 aziende e agenzie governative escludendo il settore agricolo. Tale campione considerato è molto ampio, copre circa un terzo dei lavoratori americani. Per entrambi i survey vengono considerati i dati della settimana che include il 12 di ogni mese.

Ogni marzo vengono riviste le stime per l’anno precedente, spesso con variazioni significative.

Nel survey CPS ogni individuo con età superiore ai 16 anni viene classificato come occupato, disoccupato o fuori dalla forza lavoro. Vengono definiti disoccupati i lavoratori che non hanno lavorato nella settimana di riferimento, ma che hanno cercato attivamente un’occupazione nella quattro settimane precedenti. La somma dei lavoratori occupati e di quelli disoccupati costituisce la forza lavoro, che esclude quindi i lavoratori fuori dalla forza lavoro. Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra i disoccupati e la forza lavoro, mentre il tasso di partecipazione è il rapporto tra gli occupati e l’intera popolazione.

Le differenze tra i due survey sono notevoli: nel CPS vengono inclusi anche i lavoratori agricoli e i lavoratori autonomi, esclusi da CES, mentre vengono inclusi solo i lavoratori con più di 16 anni, mentre il CES non considera questa variabile.  Per finire nel CPS i lavoratori vengono considerati una sola volta, mentre nel CES un lavoratore che riceve due cedolini da due datori diversi viene contato due volte. Queste divergenze portano spesso a risultati apparentemente contrastanti tra loro come un aumento degli occupati accompagnato da un aumento del tasso di disoccupazione e viceversa. Entrambi i survey sono soggetti a notevoli correzioni per la stagionalità dei dati. Ad esempio, un fattore che ha un notevole impatto sul primo survey è la chiusura delle scuole che comporta un forte aumento della forza lavoro in giugno, e allo stesso tempo comporta una riduzione del 20% dell’occupazione rilevata nel CES che poi risale all’inizio di ottobre. Ogni mese vengono ricalcolati i dati dei due mesi precedenti per includere i dati giunti in ritardo e per effettuare i riaggiustamenti dei fattori di destagionalizzazione. Per questo motivo il dato sulla variazione degli occupati viene definita preliminare, e solo dopo due mesi è da considerare definitiva.

L’intervallo di confidenza di questa stima è del 90%, vale a dire che c’è il 90% di probabilità che la variazione effettiva sia compresa all’interno di un range definito da 1,6 volte la deviazione standard dei risultati mensili: è un valore attualmente intorno alle 105 mila unità, e pertanto se la stima è di 200 mila nuovi occupati c’è una probabilità del 90% che il vero valore sia compreso tra 95 mila e 305 unità.

Sergio Bariatti

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