25/11/2022

KraneShares: Cina e mercati emergenti offrono opportunità di lungo periodo

KraneShares: Cina e mercati emergenti offrono opportunità di lungo periodo

A cura di Anthony Sassine, CFA, Senior Investment Strategist, Robin Zheng, Quantitative Research Analyst e Henry Greene, Investment Strategist di KraneShares

 

Negli ultimi mesi, è diventato evidente che i mercati globali stanno entrando in un nuovo regime economico. Nei nostri precedenti commenti, abbiamo messo in guardia sulla potenziale fine dell’impressionante mercato rialzista statunitense dell’ultimo decennio. E i recenti sviluppi mostrano che i mercati stanno iniziando a mettersi al passo con questa realtà. 

Riteniamo che la nuova normalità tornerà ad essere quella precedente alla crisi finanziaria globale del 2008, con cicli economici di espansione e contrazione più brevi.

In questo contesto, le prospettive per le azioni dei mercati emergenti sono contrastanti. La Cina è un caso isolato a livello globale, data la fase in cui si trova all’interno del ciclo economico, anche se la performance dei suoi mercati azionari è al momento in linea con quella degli altri mercati globali. Le altre economie emergenti sentono di più l’impatto del rialzo dei tassi statunitensi e del rallentamento dell’economia Usa[1]. Tuttavia, a differenza degli USA, le notizie negative sembrano essere già prezzate dalla maggior parte dei mercati azionari emergenti e incorporate sulle proiezioni sugli utili. Riteniamo che gli investitori inizieranno ad apprezzare il valore rappresentato dai mercati emergenti e dalla Cina nel momento in cui i timori riguardo l’inflazione si placheranno e/o la Fed attenuerà il suo atteggiamento aggressivo. 

Performance review su Cina e EM

Il quadro dei mercati emergenti è eterogeneo. Nel 2022 i Paesi esportatori di materie prime come il Brasile, l'Indonesia e l'Arabia Saudita hanno continuato a brillare, beneficiando dei prezzi elevati di petrolio, metalli e altre materie prime. La Corea del Sud, che tende a essere più in sintonia con il ciclo economico e il mercato statunitense rispetto ai suoi concorrenti nell’Asia emergente, ha subito un calo del -14,5% a causa dell'inflazione, il che ha portato a ulteriori rialzi dei tassi[2]. Inoltre, la prospettiva di un rallentamento della crescita globale e i continui lockdown nella Cina continentale hanno pesato molto sulle esportazioni di tecnologia e sull'industria navale coreana. Anche Taiwan dipende fortemente dal commercio globale e nel terzo trimestre ha registrato un analogo calo del mercato azionario. Infine, l'industria dei chip è stata trascinata nella disputa geopolitica tra Stati Uniti e Cina, di fatto privando di un mercato significativo molte aziende globali di chip.

 

Nel terzo trimestre il mercato indiano è stata invece l’eccezione alla regola, con un aumento del 6,50% in dollari, favorito da una solida crescita del PIL del 13,50% nel secondo trimestre[3]. L'impressionante crescita è stata in parte dovuta a un effetto base rispetto al 2021, quando il PIL si era contratto di oltre il 20% nel primo trimestre a causa della chiusura delle imprese in risposta a un'ondata di infezioni COVID[4].

Performance review sulla Cina

La Cina si trova attualmente in una posizione unica a livello globale per quanto riguarda il ciclo economico: mentre la maggior parte delle principali economie stanno alzando i tassi d’interesse per combattere l’inflazione, la Cina continua a ridurre i tassi e a incentivare la crescita, il che rafforza l'opinione che gli utili societari abbiano toccato il fondo. Dopo aver compiuto qualche progresso grazie alla riapertura di maggio e alle misure di stimolo adottate dall'inizio dell'anno, il mercato azionario cinese ha perso vigore a causa dei rinnovati timori sul calo dei prezzi degli immobili, delle continue tensioni geopolitiche e, più recentemente, dei lockdown.

Stanno però iniziando ad apparire segnali di ripresa, che aprono potenzialmente la strada alla realizzazione degli obiettivi a lungo termine del governo.

Prospettiva

Al momento il mercato sembra essere in “modalità panico”, dopo l’ultimo rialzo da 75 punti base effettuato dalla Fed. Nel frattempo, la probabilità di una grave recessione negli Usa continua ad aumentare. All’apparenza, le valutazioni statunitensi appaiono più equilibrate rispetto a qualche mese fa. Tuttavia, il quadro cambia se si tiene conto delle revisioni al ribasso degli utili previsti per il futuro[5]. Le previsioni sugli utili societari dei mercati emergenti sono state ridotte in modo aggressivo, soprattutto in Cina, mentre quelle degli Stati Uniti stanno iniziando ad essere riviste solo ora.

 

Conclusioni

Riteniamo che i mercati emergenti e la Cina possano offrire agli investitori la diversificazione e la crescita necessarie nei prossimi cinque anni. Inoltre, con questo nuovo regime economico, i mercati sviluppati, altamente correlati ai tassi statunitensi, potrebbero continuare a soffrire. I mercati emergenti, invece, sembrano aver già scontato lo scenario peggiore. Gli investitori globali possono trarre vantaggio da un'esposizione intelligente alla Cina, che si trova in una fase nettamente diversa del ciclo economico.

[1] Dati Bloomberg al 30/09/2022.

[2] Dati Bloomberg al 30/09/2022.

[3] Dati Bloomberg al 30/09/2022.

 

[4] "Quarterly GDP Growth of India," Statistics Times. 4 settembre 2021.

[5] Dati JP Morgan, Bloomberg al 30/09/2022.

 

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