02/05/2024

Asset Allocation Maggio 2024

La correzione dei mercati azionari di aprile è al momento solo una correzione, ma la discesa degli indici sotto i minimi del mese scorso sarebbe un forte segnale di inizio di un bear market di lungo termine e pertanto rimaniamo dell’idea che sia da preferire un’asset allocation prudente che sfrutti i livelli interessanti dei rendimenti obbligazionari Investment Grade. 

 

La correzione dei mercati azionari di aprile è al momento solo una correzione, ma la discesa degli indici sotto i minimi del mese scorso sarebbe un forte segnale di inizio di un bear market di lungo termine e pertanto rimaniamo dell’idea che sia da preferire un’asset allocation prudente che sfrutti i livelli interessanti dei rendimenti obbligazionari Investment Grade. 

E' poi da considerare una partecipazione significativa nelle commodities e nei metalli preziosi.

I MERCATI OBBLIGAZIONARI 

Anche il mese di aprile ha visto i mercati obbligazionari in ribasso mentre si riducevano le aspettative di riduzioni dei tassi americani nel corso dell’anno dopo i dati sull’inflazione sfavorevoli. 

Il rendimento dei Treasury decennale ha chiuso il mese in leggero rialzo a 4,62%, 10 centesimi però sotto al massimo toccato a metà mese (grafico a destra), mentre quello del Bund è finito a 2,55% e quello del BTP decennale al 3,86%. 

Le pressioni inflazionistiche continuano a rientrare in Europa, ma non negli Stati Uniti: secondo la prima stima di Eurostat il tendenziale nell’area Euro è rimasto fermo al 2,4% in Aprile, ma quello dell’indice Core è passato dal 2,9% al 2,7%, la metà di un anno fa. Negli Stati Uniti invece l’indice dei prezzi al consumo è aumentato in marzo del 3,5% tendenziale dal 3,2% di febbraio, mentre la variazione dell’indice Core è stata del 3,8%. Anche l’indice dei prezzi PCE utilizzato per deflazionare la spesa dei consumatori, nella versione Core seguita dalla Federal Reserve, non ha mostrato segni di rallentamento in marzo rimanendo al 2,8% come nei due mesi precedenti: in dicembre la variazione era del 2,9% e questo mostra la difficoltà di rientro dalla fase di inflazione del 2022. 

Gli analisti ora si attendono solo due tagli dei tassi americani di un quarto di punto nel corso dell’anno dal 5,25-5,50% attuale, il primo in giugno o luglio, mentre sono più ottimisti circa la riduzione dei tassi europei, con la data di giugno abbastanza scontata per un primo taglio dei tassi. 

I rendimenti a lungo termine si sono quindi adeguati a uno scenario di tassi a breve sui livelli attuali più a lungo del previsto, mentre in precedenza avevano esagerato nello scontare una discesa dei tassi, ma i livelli attuali appaiono ora interessanti ed è modesto il rischio di ulteriori rialzi, sia in Europa che negli Stati Uniti. Le parti intermedie delle curve dei rendimenti offrono un ottimo rapporto rischio/rendimento.  

In questa fase è invece consigliabile limitare il rischio credito, essendo possibile un rallentamento della congiuntura globale con un impatto sui default aziendali. 

I MERCATI AZIONARI 

Dopo quattro mesi di ampi rialzi i mercati azionari hanno corretto marginalmente nel mese di aprile, con l’indice SP500 che ha perso il 4% (grafico a destra) e lo Stoxx50 europeo il 3%. Non è stato risparmiato dalle vendite il mercato giapponese che ha perso il 5%. 

Le trimestrali sono state sinora positive, e tra i maggiori titoli solo Facebook ha un po’ deluso le attese, mentre Google le ha ampiamente superate.  

Il fatto che gli indici abbiamo iniziato a correggere dopo aver toccato obiettivi tecnici di lungo termine dovrebbe mettere in guardia gli investitori, in quanto quella che sinora sembra una correzione potrebbe rivelarsi un’inversione del trend rialzista di lungo termine. 

Il peggioramento del tono dei mercati azionari viene collegato dagli analisti al ridimensionamento delle aspettative di riduzioni dei tassi da parte della Federal Reserve, ma il problema principale rimane il livello elevato dei rapporti prezzo/utili e un premio al rischio offerto dal mercato azionario storicamente molto basso. 

In questa fase di valutazioni elevate basterà qualche notizia negativa per far accelerare al ribasso gli indici. 

Fortunatamente i grafici danno indicazioni molto precise per interpretare la traiettoria futura dei mercati e per l’indice SP500 il livello che non deve essere rotto al ribasso è il minimo di aprile a 4954 punti: sotto questo livello diventerebbe molto probabile la fine del trend rialzista di lungo termine e l’inizio di un bear market pluriannuale. 

Cosa sarà il fattore che scatenerà le vendite è difficile da prevedere, ma il candidato migliore è una nuova crisi bancaria negli Stati Uniti. Qui un approfondimento del problema.

E’ quindi consigliabile mantenere un’asset allocation molto prudente, anche perchè i rendimenti obbligazionari sono finalmente interessanti dopo anni vicino allo zero e non costringono ad allocazioni più rischiose come in passato. 

 

 

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