Goldman Sachs: un modello di nowcasting bottom-up per la crescita del PIL dell’area euro

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L’insieme dei dati sull’attività economica dell’area euro è tornato al centro dell’attenzione, mentre gli investitori valutano i potenziali effetti positivi del prossimo stimolo fiscale rispetto ai dati correnti contrastanti, alla recente debolezza della crescita dei consumi e ai rischi al ribasso derivanti da un contesto esterno difficile. Poiché le sorprese sui dati rimangono più ampie del consueto e gli indicatori compositi di attività, come i PMI, hanno perso parte del loro potere esplicativo per la crescita, introduciamo il nostro modello di nowcasting bottom-up per la crescita del PIL dell’area euro.

Il nostro nuovo framework si compone di due elementi principali.
Primo, delle equazioni di collegamento (bridge equations) che mettono in relazione alcuni indicatori mensili selezionati con le componenti trimestrali del PIL, replicando – per quanto possibile – la costruzione del PIL a partire dai dati di base.
Secondo, sfruttiamo un insieme di dati più ampio, inclusi i sondaggi, per “colmare il margine irregolare” (fill the ragged edge), cioè per prevedere le osservazioni mensili ancora non disponibili dei principali input utilizzati nelle equazioni di collegamento del PIL per il trimestre di interesse.

Per le principali quattro economie dell’Unione Monetaria Europea (EMU4), utilizziamo equazioni di collegamento a livello di componente e modellizziamo il PIL sia dal lato della spesa sia dal lato della produzione. Mostriamo che la media delle due stime bottom-up della crescita produce previsioni più accurate. Per gli Stati membri più piccoli, invece, utilizziamo un’unica equazione di collegamento aggregata per il PIL totale. In generale, rileviamo che storicamente le nostre equazioni di collegamento si adattano piuttosto bene ai dati del PIL, anche se la loro accuratezza varia in modo significativo tra paesi e sotto-componenti.

Mostriamo inoltre che l’errore quadratico medio (RMSE) storico out-of-sample del modello diminuisce man mano che vengono pubblicati nuovi dati concreti. In particolare, il modello evidenzia un notevole incremento informativo derivante dalla pubblicazione dei dati su vendite al dettaglio, produzione industriale e delle costruzioni e commercio estero. Nel corso del trimestre, i miglioramenti delle previsioni sono maggiori per le economie più orientate all’export e alla manifattura, con una crescita del PIL più volatile, come Germania e Italia.

Per quanto riguarda la prossima pubblicazione dei dati (giovedì 30 ottobre 2025) relativi al terzo trimestre 2025, il nostro tracciamento è generalmente diminuito nel corso del trimestre e ora indica una crescita del PIL reale debole, pari allo 0,2%, con una performance ancora positiva della Spagna, ma una crescita modesta in Germania. Applichiamo un certo grado di giudizio discrezionale, in particolare riducendo la nostra stima per la Francia, data l’attesa di un forte contributo negativo delle scorte, e prevediamo un valore arrotondato allo 0,1%, in linea con le aspettative di consenso ma leggermente superiore alla proiezione dello staff BCE di settembre, che indicava una crescita piatta nel terzo trimestre.

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