JPMorgan AM: il ritorno dei dati

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IL RITORNO DEI DATI

Con la ripresa delle attività del governo statunitense dopo lo shutdown, il Bond Bulletin di questa settimana analizza le possibili ricadute della rinnovata disponibilità di dati sulle decisioni future della Federal Reserve (Fed) statunitense e sull'andamento dei rendimenti dei Treasury.

 

FONDAMENTALI

Ora che il governo statunitense è tornato operativo, gli investitori stanno seguendo con grande attenzione la ripresa della pubblicazione dei dati ufficiali, in particolare quelli sul mercato del lavoro. Questi dati sono fondamentali per le decisioni di politica monetaria della Fed, che sta monitorando con maggiore attenzione lo stato di salute del quadro occupazionale. Durante lo shutdown, le dichiarazioni dei rappresentanti della Banca Centrale sulle future politiche monetarie sono state contrastanti. Molti hanno citato la mancanza di dati come motivo per mantenere invariati i tassi, altri hanno sottolineato i rischi inflattivi dettati dai dazi commerciali. Gli effetti della ritardata pubblicazione dei dati sul lavoro rimangono incerti. I numeri di settembre, diffusi in ritardo, hanno evidenziato una crescita dei posti di lavoro nei settori non agricoli pari a 119.000 unità, superando le stime che prevedevano un aumento di 51.000 unità. Allo stesso tempo, però, il tasso di disoccupazione è cresciuto oltre le aspettative al 4,4%, e le richieste di sussidi di disoccupazione sono state 1,974 milioni. Si attendono ancora i dati di ottobre e novembre, ma gli indicatori forniti da fonti private in quel periodo, quando i dati ufficiali non erano momentaneamente disponibili, hanno evidenziato un ulteriore rallentamento del mercato del lavoro statunitense. Secondo il Challenger Report di ottobre, ad esempio, sono stati tagliati 153.074 posti di lavoro, dovuti a iniziative volte a ridurre i costi e all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla riorganizzazione della forza lavoro. Analogamente, le offerte di lavoro su Indeed continuano a scendere, rispecchiando un calo della domanda di manodopera. Sia i dati pubblici che quelli privati continuano a indicare un graduale indebolimento del mercato del lavoro e ciò dovrebbe incoraggiare la Fed a mantenere un orientamento accomodante per il futuro. Anche la pubblicazione dei dati sull’inflazione sarà fondamentale: l’ultima rilevazione, che risale al mese di settembre, ha evidenziato un leggero aumento dell’IPC primario. Finora, il mercato sembra rassicurato dal fatto che l'inflazione nei servizi, in particolare quella negli alloggi, si sia moderata. Tuttavia, se i nuovi dati dovessero indicare una accelerazione più generalizzata dell'inflazione nei prossimi mesi, l’orientamento della politica della Fed potrebbe essere nuovamente messo in discussione.

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VALUTAZIONI QUANTITATIVE

Nelle ultime settimane, i rendimenti dei Treasury statunitensi a 10 anni si sono mossi in un intervallo ristretto, compreso tra il 4,00% e il 4,15%, avvicinandosi negli ultimi tempi al limite superiore di tale intervallo. La rinnovata disponibilità di dati e la concomitante prospettiva di un ulteriore indebolimento del mercato del lavoro rende i Treasury a media scadenza sempre più interessanti nell’ottica di un investimento aggiustato per il rischio. Il ritorno della correlazione negativa con l’azionario, che vede i Treasury muoversi al rialzo quando le azioni registrano un ribasso, ha ripristinato il carattere difensivo di questa classe di attivo. Questo aspetto è particolarmente rilevante se si considera la recente volatilità dei mercati azionari, con l’indice S&P 500 che ha perso quasi il 4% rispetto ai massimi di ottobre. In questo contesto, detenere titoli con scadenze intermedie (da 5 a 10 anni) offre un buon equilibrio tra rendimento e stabilità dei prezzi, soprattutto se il mercato dovesse continuare a scontare una traiettoria accomodante della Fed.

 

FATTORI TECNICI

I flussi verso i titoli di stato statunitensi sono stati consistenti. Nel mese in corso, i fondi comuni e gli ETF hanno registrato afflussi netti superiori a 22 miliardi di dollari verso prodotti basati principalmente sui Treasury (dati J.P. Morgan Asset Management al 18 novembre 2025). I dati sul posizionamento di mercato mostrano anche un aumento delle posizioni nette lunghe sui futures sui Treasury. Questo perché gli investitori anticipano un rallentamento del mercato del lavoro e, di conseguenza, una ripresa del ciclo di tagli da parte della Fed.

 

COSA SIGNIFICA PER GLI INVESTITORI OBBLIGAZIONARI?

La ripresa della pubblicazione dei dati più indicativi e la conferma dell’indebolimento del mercato del lavoro corroborano la tesi di un ulteriore allentamento monetario da parte della Federal Reserve. I Treasury statunitensi a media scadenza appaiono interessanti alle valutazioni attuali, specie considerando che le correlazioni con l’azionario si stanno normalizzando e che la domanda tecnica rimane sostenuta. Gli investitori dovrebbero continuare a prestare attenzione ai rischi inflattivi nel lungo periodo, in particolare quelli legati ai dazi, ma per il momento, con il contesto macroeconomico in continua evoluzione, le prospettive suggeriscono un incremento della duration nei titoli di stato statunitensi.

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