Outlook settimanale

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MERCATI OBBLIGAZIONARI


Per i mercati dei titoli di Stato gli eventi più di rilievo dellla scorsa settimana erano il dato dell'inflazione nell'area Euro per il mese di novembre e il report della spesa dei consumatori USA che però si riferiva al mese di settembre.
L'inflazione nell'area Euro è salita al 2,2% dal 2,1% di ottobre, ma la variazione dell'indice Core è rimasta invariata al 2,4%.
Per quanto riguarda il dato statunitense il Core PCE è aumentato dello 0,198% a settembre, in linea con le previsioni dello 0,2% e con il dato precedente, mostrando un aumento annuo del 2,8%, più contenuto rispetto al 2,9% di agosto, nonostante le attese fossero per un altro 2,9%. Per quanto riguarda il dato headline, il PCE è aumentato dello 0,269%, in linea con il precedente 0,3% e con le stime; su base annua è salito del 2,8%, in linea con le attese, ma in lieve rialzo rispetto al 2,7% precedente.
All’interno del report, il reddito personale è aumentato dello 0,4%, sopra il +0,3% stimato e in linea con il ritmo precedente, mentre i consumi sono saliti dello 0,3% in termini nominali, in linea con le previsioni; il dato precedente è stato rivisto al ribasso dal 0,6% a 0,5%. I consumi reali sono rimasti invariati, sotto il consenso dello 0,1%.
Per quanto riguarda invece l'indice della fiducia dei consumatori calcolato dall'Università del Michigan l’Indice di Sentiment ha registrato il primo aumento in cinque mesi, salendo a 53,3 a dicembre da 51,0 a novembre (attese: 52,0). 
Le condizioni correnti sono scese a 50,7 da 51,1, nonostante le attese indicassero un lieve rialzo a 51,3.
Le aspettative sono salite a 55,0, in linea con la previsione più alta tra gli analisti (stima: 51,2; precedente: 51,0), guidate da un aumento del 13% delle aspettative sulle finanze personali, con miglioramenti visibili in tutte le fasce di età, reddito, istruzione e orientamento politico.
L'attenzione degli investitori è ora puntata sulla riunione di mercoledì della Federal Reserve, che dovrebbe, secondo il consenso degli analisti, portare una riduzione dei tassi di un altro quarto di punto: nonostante il rafforzarsi di questa aspettativa il mercato dei Treasurys la scorsa settimana ha chiuso in ribasso con il rendimento del Treasury decennale a 4,14% (grafico in basso).


Quello del Bund decennalle è salito a 2,80% e quello del BTP al 3,5%.


MERCATI AZIONARI


La scorsa settimana ha visto gli indici azionari estendere i rialzi dei giorni precedenti, ma rimanendo all'interno delle trading range degli ultimi tre mesi.  L'SP500 ha guadagnato lo 0,3% circa (grafico in basso) e il Nasdaq lo 0,8%, mentre lo Stoxx600 europeo ha chiuso a +0,4%.


Le aspettative di un taglio dei tassi americani sostiene i mercati, ma dovrebbe preoccupare la risalita  dei rendimenti obbligazionari, e non solo quelli dei Treasurys: il rendimento del JGB trentennale ha toccato un nuovo massimo del secolo a 3,39%.  Le utilities ne hanno risentito e l'indice S%P Utilities ha perso il 4,52% del corso  della settimana.  In ribasso del 2,73% il settore Healthcare.
In recupero Bitcoin a 90 mila dollari, mentre è da segnalare il nuovo record dell'alluminio a 11620 dollari la tonnellata.  Il future di marzo sull'argento ha quasi toccato quota 60 dollari.
Tecnicamente lo scenario per i mercati azionari rimane invariato, con valutazioni storicamente molto elevate e con il rischio di prese di beneficio sui titoli dell'AI, ma manca ancora il segnale di inversione del trrend rialzista, visto che l'indice SP500 rimane sopra il primo importante supporto situato a quota 6550 il Dax sopra quota 23000 (grafico in basso).

 

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