Outlook settimanale

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I MERCATI OBBLIGAZIONARI
La scorsa settimana i rendimenti obbligazionari sono saliti marginalmente con quello del Treasury decennale che è sceso al 4,33% (grafico in basso)  e quello del titolo a 30 anni al 4,81% (grafico in basso).

Deboli anche i mercati europei con il rendimento del Bund a 2,78% e quello del BTP decennale a 3,62%.
Dal fronte macro i dati più significatgivi sono arrivati dagli Stati Uniti, con l'inflazione Core di luglio in leggero aumento al 3,1% e i prezzi alla produzione in aumento dello 0,9% sul mese precedente.  Le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,5% nel mese in termini nominali e del 3,9% sullo stesso mese del 2024.
Il PIL dell'area euro è salito dello 0,1% nel secondo trimestre rispetto al precedente e dello 0,2% sullo stesso periodo dell'anno precedente.
Lo scenario macro rimane quindi quello di economie in rallentamento e inflazione in leggero aumento: è uno scenario neutrale per le obbligazioni ed è quindi probabile che anche nelle prossime settimane i movimenti dei mercati obbligazioni siano contenuti.
I dati macro in arrivo la prossima settimana sono di secondaria importanza: mercoledì avremo la stima finale dell'inflazione nell'area Euro per il mese di luglio e le minute dell'ultima riunione del FOMC.


I MERCATI AZIONARI
Non si ferma il rialzo di Wall Street nonostante lo scenario di riferimento non sia positivo, con l'economia in rallentamento e inflazione in leggero aumento: l'indice SP500 venerdì ha chiuso a 6449 punti vicino ai massimi dell'anno (grafico in basso) e anche il Dow Jones ha fatto segnare un nuovo massimo storico grazie al rialzo del 12% di United Health sulla notizia dell'investimento di Berckshire Hatheway nel titolo, che ha preso il 40% da inizio anno.


Più cauti i mercati azionari europei con il Dax fermo da settimane vicino ai massimi e il CAC francese più debole, mentre Milano ha fatto segnare un nuovo massimo dell'anno.
Da notare come all'interno dell'indice SP100 il 27% è costituito da aziende con P/E superiori a 50 e due terzi sopra a quota 30, livelli di valutazione storicamente molto elevati.


Lo scenario di fondo non giustifica l'euforia dei mercati azionari, ma mancano ancora i segnali di inversione del trend rialzista, che può proseguire nonostante i fondamentali poco incoraggianti.  Il livello da considerare è quota 6200 per l'indice SP500 perché solo una discesa sotto questo livello sarebbe un segnale di peggioramento del tono del mercato.

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