A cura di Greg Sharenow, Portfolio Manager Commodities and Real Assets di PIMCO
PREMI PER IL RISCHIO SUL PETROLIO: TRANSITORI PER ORA
Nelle settimane precedenti gli attacchi israeliani e statunitensi dell'Iran dello scorso mese, i prezzi del petrolio sono aumentati, non a causa di effettive interruzioni dell'approvvigionamento, ma in risposta a un premio per il rischio geopolitico. I timori di una potenziale chiusura dello Stretto di Hormuz hanno alimentato l'ansia dei mercati, anche se tali preoccupazioni alla fine non si sono concretizzate. La risposta moderata dell'Iran ha contribuito ad allentare le tensioni e il premio per il rischio si è rapidamente ridotto.
Tuttavia, la situazione rimane fluida. Le continue preoccupazioni relative alle scorte di uranio dell'Iran e la possibilità di ulteriori azioni da parte di Israele indicano che il contesto geopolitico rimane una fonte di potenziale volatilità.
I prezzi del petrolio hanno registrato una notevole volatilità
Fonte: PIMCO e Bloomberg al 23 giugno 2025. I rendimenti passati non sono garanzia né indicatori affidabili di risultati futuri.
CAPACITA' DI RISERVA DELL'OPEC: UNA FORZA STABILIZZANTE
Se le tensioni in Medio Oriente dovessero riaccendersi e l'approvvigionamento di petrolio iraniano venisse interrotto, potremmo assistere a un nuovo aumento dei prezzi del petrolio.
Tuttavia, ci sono fattori chiave di stabilizzazione: i produttori di scisto statunitensi possono aumentare la produzione se hanno a disposizione tempo sufficiente e l'OPEC dispone attualmente di una significativa capacità produttiva di riserva. Sebbene tale capacità rimanga in gran parte vincolata alle regioni recentemente colpite da conflitti, limitando la sua capacità di rassicurare i mercati nel breve termine, potrebbe fungere da stabilizzatore a più lungo termine per le dinamiche dell'offerta.
Questi fattori strutturali potrebbero limitare sia la durata che l'entità di un eventuale rialzo dei prezzi.
Pertanto, sebbene sia probabile una volatilità a breve termine, continuiamo a prevedere che i prezzi del petrolio torneranno nella fascia dei 60 dollari dopo eventuali picchi temporanei.
CAPACITA' DI RISERVA DEL'OPEC
Fonte: PIMCO, EIA e IEA al 27 giugno 2025. I rendimenti passati non sono garanzia né indicatori affidabili di risultati futuri.
Le materie prime in generale mostrano resilienza mentre gli investitori cercano protezione dall'inflazione
Sebbene il petrolio abbia registrato una notevole volatilità, quest'anno l'insieme delle materie prime nel suo complesso è rimasto straordinariamente stabile.
I prezzi dell'oro continuano a salire, sostenuti dagli acquisti costanti delle banche centrali e dai continui sforzi di de-dollarizzazione.
Anche i metalli di base hanno mantenuto la loro posizione, dimostrando resilienza nonostante le preoccupazioni relative alla crescita legate ai dazi.
Gli investitori, riconoscendo che i loro portafogli erano sottopesati in asset reali e più vulnerabili all'inflazione del previsto, hanno rinnovato il loro interesse per l'oro e le materie prime in generale.
Nel complesso, l'indice Bloomberg Commodity ha generato rendimenti elevati, dimostrando che un paniere diversificato di materie prime può aiutare a superare gli shock specifici di un settore e contribuire alla stabilità del portafoglio.
CRESCITA DI 100 DOLLARI PER LE MATERIE PRIME
Fonte: Bloomberg e PIMCO al 27 giugno 2025. Crescita di 100 dollari basata sui rendimenti giornalieri dell'indice Bloomberg Commodity, del sottoindice Bloomberg Brent Crude, del sottoindice Bloomberg Gold e del sottoindice Bloomberg Industrial Metals. I rendimenti passati non sono una garanzia né un indicatore affidabile dei risultati futuri.
Le materie prime come strumenti efficaci per diversificare il portafoglio
Questo potenziale di diversificazione è emerso anche durante il picco inflazionistico del 2021-2022, quando sia il mercato azionario che quello obbligazionario hanno affrontato sfide significative.
Le materie prime hanno però continuato a mostrare una bassa correlazione con entrambe le asset class.
Non solo hanno contribuito a diversificare il rischio di portafoglio, ma hanno anche migliorato la sensibilità all'inflazione, il che, a nostro avviso, potrebbe renderli un'opzione preziosa per l'allocazione strategica nell'attuale contesto di persistente incertezza inflazionistica.
CORRELAZIONI SU 3 ANNI
Fonte: Bloomberg al 27 giugno 2025. Sulla base dei rendimenti mensili dell'indice Bloomberg Commodity Total Return, dell'indice S&P 500 Total Return (azioni) e dell'indice Bloomberg U.S. Aggregate Total Return (reddito fisso). I rendimenti passati non sono garanzia né indicatori affidabili di risultati futuri.