PIMCO: Analisi delle opinioni di mercato sui tassi di interesse

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A cura di Richard Clarida, Global Economic Advisor di PIMCO

Un’analisi dei segnali chiave sui tassi d’interesse e l’economia, e cosa potrebbero significare per gli investitori

LA POLITICA MONETARIA IN BILICO SULL'INFLAZIONE

Il bilancio dei rischi per il doppio mandato della Federal Reserve (stabilità dei prezzi e massima occupazione) ha spinto la banca centrale ad abbassare il tasso di riferimento a settembre, nel tentativo di sostenere l'economia e l'occupazione. Tuttavia, l'inflazione statunitense rimane al di sopra dell'obiettivo della Fed ed è elevata rispetto ai livelli globali. Prevediamo ulteriori tagli dei tassi, ma non fino a livelli vicini allo zero che potrebbero riaccendere un'inflazione elevata. Le aspettative di inflazione ben ancorate probabilmente influenzano le decisioni della Fed almeno quanto i prezzi attuali e le tendenze recenti. Finora, le pressioni sui prezzi legate ai dazi non sembrano aver influenzato in modo significativo le aspettative di inflazione.

Inflazione dell'Indice dei prezzi al consumo core a livello globale

Economic chart showing Fed's rate cuts in September to support employment amid high U.S. inflation above target levels.

Fonte: Haver Analytics ed elaborazioni PIMCO ad agosto 2025. Per il 25°-75° percentile, è stato utilizzato l'indice dei prezzi al consumo (CPI) per Australia, Canada, Giappone, Stati Uniti, Cina, India, Brasile, Corea del Sud, Messico, Indonesia, Israele, Turchia, Russia, Egitto, Polonia, Filippine, Vietnam, Colombia, Ungheria, Sudafrica e Thailandia. Per Irlanda, Germania, Francia, Belgio, Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Grecia, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e area euro è stato utilizzato l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC).

DOPO UN CALO LEGATO AI DAZI, IL SENTIMENT RIALZISTA E' TORNATO SUI MERCATI AZIONARI: I PREZZI DELLE AZIONI NON SEGNALANO UNA RECESSIONE, MA QUANTO DI TUTTO QUESTO E' EFFIMERO?

In effetti, il mercato azionario statunitense è rimasto vivace e rialzista, ma quanto di tutto questo è effimero? Quasi il 70% del valore dell'indice S&P 500 non è rappresentato dal valore contabile di quelle società o dalle loro previsioni di utili per i prossimi tre anni. Ciò sembra riflettere una grande fiducia nella forza complessiva delle grandi società statunitensi. Questo indicatore ha subito un calo all'inizio del 2025 a seguito delle turbolenze legate ai dazi, ma da allora è risalito quasi al livello esuberante raggiunto nel novembre 2024 dopo le elezioni statunitensi e, prima ancora, alla fine degli anni '90 durante la bolla tecnologica.

Percentuale del valore dell'S&P non rappresentata dal valore contabile e dalle previsioni di utili per i prossimi 3 anni

Market chart showing U.S. equity market valuation with 70% above book value and earnings expectations, reflecting market froth.

Fonte: dati Bloomberg ed elaborazioni PIMCO ad agosto 2025. L'indice S&P Hopes and Dreams, calcolato da Cameron Crise di Bloomberg, traccia la percentuale residua del valore di mercato non spiegata dal valore contabile e dal valore attuale netto delle stime degli utili dei prossimi tre anni delle società. I rendimenti passati non sono una garanzia né un indicatore affidabile dei risultati futuri.

LE VALUTAZIONI DI MERCATO RIFLETTONO LE ASPETTATIVE DI INCERTEZZA A LUNGO TERMINE

Ma mentre i mercati azionari sembrano ottimisti e le aspettative di inflazione appaiono stabili per ora, il J.P. Morgan Hawk-Dove Score suggerisce una certa cautela tra gli investitori obbligazionari. La differenza tra i rendimenti dei Treasury a 10 anni e il tasso neutrale nominale è salita al di sopra dei livelli segnalati nelle comunicazioni della Fed. Questo divario suggerisce che il mercato sta scontando un rischio maggiore a lungo termine. Ciò potrebbe esercitare una pressione al rialzo sui tassi di interesse a lungo termine. Segnala inoltre un'elevata incertezza riguardo all'inflazione e alla crescita future.

Il linguaggio della Fed rispetto al divario tra i Treasury USA a 10 anni e il tasso neutrale

Economic chart showing Fed Hawk-Dove Score indicating bond investor wariness and rising long-term U.S. Treasury yield risk.

Fonte: Bloomberg, J.P. Morgan ed elaborazioni PIMCO ad agosto 2025. Il J.P. Morgan Hawk-Dove Score valuta le comunicazioni delle banche centrali per stimare le tendenze della politica monetaria. Il tasso neutrale nominale (spesso denominato r* o r-star) è una stima del tasso di interesse che non stimola né ostacola la crescita economica. I rendimenti passati non sono una garanzia né un indicatore affidabile dei risultati futuri.

SI E' RIAFFERMATA UNA TENDENZA DI LUNGO PERIODO: IL RENDIMENTO DEL BENCHMARK SU BOND USA SUPERA IL TASSO DI RIFERIMENTO DELLA FED

Alla fine del 2024, il rendimento dell'indice Bloomberg US Aggregate Bond è salito al di sopra del tasso di riferimento della Fed per la prima volta in più di un anno e vi è rimasto, sottolineando l'attrattiva attuale delle obbligazioni. Era straordinario che il rendimento del benchmark su bond USA fosse inferiore, a volte anche di molto, al tasso di riferimento. Prima della pandemia, ciò era accaduto solo quattro volte in questo secolo.

Il reddito fisso offre un'opportunità interessante con rendimenti iniziali elevati. Storicamente le obbligazioni hanno registrato buoni risultati in una serie di scenari di taglio dei tassi e i movimenti al ribasso dei rendimenti obbligazionari hanno tendenzialmente seguito i tagli del tasso di riferimento della Fed.

Lo Yield-to-worst dell'indice Bloomberg US Aggregate Bond rispetto al tasso sui Fed funds

Economic chart showing Bloomberg U.S. Aggregate Index yield rising above Fed policy rate, highlighting bond opportunities.

Fonte: Federal Reserve statunitense e Bloomberg, dati aggiornati a settembre 2025. Lo Yield-to-worst è il rendimento potenziale più basso stimato che può essere ottenuto su un'obbligazione senza che l'emittente sia effettivamente in default. I rendimenti passati non sono una garanzia né un indicatore affidabile dei risultati futuri.

SEGNALI DI MERCATO NEI TITOLI OBBLIGAZIONARI INDICIZZATI ALL'INFLAZIONE TEDESCHI E STATUNITENSI

Al di là degli Stati Uniti, un altro trend di lungo periodo è tornato durante il periodo di ripresa post-pandemia: il rendimento dei Bund tedeschi indicizzati all'inflazione a 10 anni (o “linker”) è rimasto in territorio positivo per quasi due anni, dopo oltre un decennio sotto lo zero. I rendimenti dei linker sono ancora significativamente inferiori ai rendimenti indicizzati all'inflazione dei Treasury protetti dall'inflazione (TIPS). I rendimenti dei TIPS si aggirano intorno al 2% dal 2023, ma in precedenza erano stati inferiori, persino negativi, nel contesto di bassa inflazione che ha seguito la crisi finanziaria globale. I rendimenti più elevati dei titoli indicizzati all'inflazione sono un altro segnale che il reddito fisso può essere un investimento interessante e consapevole del rischio nell'attuale contesto macroeconomico incerto.

Rendimenti indicizzati all'inflazione dei Treasury USA e dei Bund tedeschi a 10 anni

Economic chart showing German 10-year inflation-indexed Bund yields positive for two years, lagging U.S. TIPS yields.

Fonte: dati Bloomberg ed elaborazioni PIMCO ad agosto 2025. I rendimenti passati non costituiscono una garanzia né un indicatore affidabile dei risultati futuri.

 

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