A cura di Sander Bus - CIO High Yield, Portfolio Manager di Robeco
Nonostante il susseguirsi di dazi, tensioni geopolitiche e disturbi di natura politica, i mercati del credito si sono ristretti; il nostro ultimo outlook analizza cosa ci aspetta.
Il secondo trimestre del 2025 si è rivelato eccezionale sotto vari punti di vista. Il mondo è stato travolto dal Liberation Day. L'impatto immediato dello shock dei dazi e della negatività ad esso associata ha visto gli asset di rischio indebolirsi notevolmente in tutti i settori. Solo una settimana dopo, forse a causa dello “spavento” per la forte volatilità dei mercati dei Treasury e azionari, è arrivata la sospensione di 90 giorni dei dazi reciproci, alimentando una sensibile ripresa nei mercati.
Il "One Big Beautiful Bill Act" (OBBBA) è stato un'ulteriore fonte di confusione e nervosismo. Oltre al potenziale impatto sul deficit degli Stati Uniti, l'inclusione della Sezione 899, che consente la tassazione degli investimenti esteri, continua a destare preoccupazione.
I conflitti geopolitici in corso, in particolare quelli recenti in Medio Oriente, hanno aumentato l'incertezza. Nonostante tutto questo (e molto altro che potremmo citare!), gli spread creditizi si attestano su livelli più ristretti rispetto al periodo precedente il Liberation Day. Appunto, la realtà supera la fantasia. Sebbene i fondamentali restino solidi, rimangono dei rischi.
Il credito offre ancora redditi interessanti, anche con spread contenuti: Questo vale in particolare per le obbligazioni societarie di alta qualità. Al momento, il credito europeo sembra più interessante di quello USA: con il mercato USA affollato e valutazioni elevate. Preferiamo il credito europeo, dove i fattori tecnici restano solidi e le valutazioni degli spread offrono ancora un valore relativo. Il credito dei mercati emergenti sta dimostrando resilienza e potenziale e intravediamo opportunità nel credito latino-americano e asiatico.
Le politiche commerciali e fiscali rimangono incerte: la recente inversione politica potrebbe aver calmato i mercati per ora, ma la direzione generale rimane poco chiara. Le valutazioni lasciano poco spazio alla delusione: Gli spread creditizi si sono notevolmente ristretti, e quindi gli investitori vengono pagati meno per assumere rischi. I titoli a lunga scadenza sono più vulnerabili: queste obbligazioni sono più sensibili alle variazioni delle curve dei rendimenti e potrebbero sottoperformare in un contesto di avversione al rischio.
A fronte di spread ridotti e un lungo elenco di rischi potenziali, manteniamo ancora un posizionamento prudente. Resta ancora il focus su opportunità bottom-up nel credito europeo e dei mercati emergenti: continuiamo a vedere un valore interessante nei finanziari europei, negli ibridi corporate e nel credito dei mercati emergenti.
Per quanto riguarda lo scenario geopolitico, l’aumento delle tensioni e la crescente incertezza globale continuano a rappresentare rischi di coda, rafforzando la necessità di un’esposizione creditizia diversificata.
Il grafico mostra lo spread del credito dei mercati emergenti (ME) con rating BB rispetto allo spread delle obbligazioni USA con rating BB. Sebbene il credito investment grade nei ME non sia economico, continuiamo a individuare interessanti opportunità di valore nel debito con rating BB emesso da società dei ME.