Wall Street ha chiuso ieri in ribasso dello 0,50% se guardiamo all’SP500 (grafico in basso) in attesa della riunione della Fed di oggi. Microsoft ha perso lo 0,89% e dopo la chiusura è scesa del 2,5% nonostante una trimestrale migliore del previsto sia in termini di utili che di fatturato: la crescita del business del cloud è però in flessione.
NVIDIA è stato il titolo peggiore tra i tecnologici perdendo il 7,04%, seguito da Tesla a –4,08% e Amazon a –0,81%. In rialzo i titoli bancari con JPMorgan a +2,06%, e quelli petroliferi con Exxon Mobil a +1,78% e Chevron a +1,90%: questo spiega la chiusura positiva del Dow Jones. I mercati azionari europei aprono in rialzo dell’ 1,20% con Spagna e Italia però molto più deboli, mentre Wall Street dovrebbe aprire in rialzo dello 0,80% nonostante la discesa di Microsoft.
I mercati asiatici oggi hanno chiuso il mese con ampi rialzi dopo la Bank of Japan ha alzato i tassi allo 0,25% riducendo gli acquisti di titoli di 400 miliardi di Yen a trimestre, meno del previsto, ed estendendo il piano di acquisto ben oltre il 2026. Tokyo ha guadagnato l’1,59%, Hong Kong il 2,09% e Seul l’1,19%. In rialzo lo Yen a 152,20 mentre l’Euro apre questa mattina a 1,0810.
Il petrolio WTI tratta a 76,20 dollari al barile recuperando marginalmente sulla notizia dell’uccisione del leader di Hamas in Iran, mentre l’oro spot è in rialzo a 2418 dollari l’oncia. I mercati obbligazionari sono in territorio positivo con il rendimento del Bund decennale che scende ulteriormente a 2,32% e quello del BTP a 3,68%, e quello del Treasury decennale è al 4,14%. Gli analisti si attendono che oggi Jerome Powell indichi la possibilità di un taglio dei tassi in settembre.
Dal fronte macro oggi è attesa la prima stima dell’inflazione di luglio nell’area Euro, prevista in leggera diminuzione a 2,4%, mentre dagli Stati Uniti avremo il dato dei nuovi occupati di luglio calcolato dall’ADP e quindi il verdetto dalla Fed alle 20:00. Sono poi attese le trimestrali di Boeing, UBS e Mastercard prima dell’apertura di Wall Street e di Facebook dopo la chiusura.