La BCE ha sorpreso i mercati con un rialzo di un quarto di punto dei tassi, ma al tempo stesso ha indicato che probabilmente è la fine della fase di aumento del tassi e la reazione dei mercati è stata di vendere massicciamente l’Euro che è finito a 1,0640 perdendo un punto percentuale, mentre sono saliti i mercati obbligazionari europei nonostante siano scesi quelli americani: i dati delle vendite al dettaglio e dei prezzi alla produzione USA sono stati più forti del previsto e il rendimento del Treasury decennale ha chiuso la giornata in leggero aumento a 4,29%. Il PPI è salito dell’1,7% tendenziale, mezzo punto oltre le previsioni.
Wall Street non sembra temere il rialzo dei rendimenti obbligazionari e l’indice SP500 ha guadagnato lo 0,84% e sembra voler testare il massimo di inizio mese (grafico in basso).
Tra i movimenti dei principali titoli si segnala il +2,87% di Goldman Sachs e il + 2,18% di Facebook, il rialzo dei bancari e dei petroliferi: il greggio WTI ha chiuso sopra a 90,70 dollari al barile. I mercati obbligazionari e quelli azionari al momento non sembrano preoccupati per l’impatto di questo rialzo dei costi energetici sulle economie sviluppate.
E’ stata anche la giornata dell’IPO del produttore di microchips inglese Arm Holdings che ha guadagnato il 25% nel primo giorno di quotazione.
I mercati europei hanno festeggiato l’ultimo rialzo dei tassi della BCE con guadagni significativi, dallo 0,97% del Dax al +1,37% dell’indice italiano.
Dal fronte macro oggi abbiamo i dati americani della produzione industriale di agosto e la prima stima dell’indice della fiducia dei consumatori calcolato dall’Università del Michigan per il mese di settembre.
