Wall Street riapre dopo la festività del Labor Day con un tracollo degli indici difficilmente spiegabile con i dati fondamentali: l’indice SP500 perde il 2,09% (grafico in basso) e il Nasdaq oltre il 3%. L’unico dato della giornata è stato l’indice ISM manifatturiero di agosto che è salito a 47,2 dal 46,8 di luglio, meno del previsto, ma non abbastanza da spiegare la pressione delle vendite. La discesa di ieri è un segnale di peggioramento del tono del mercato azionario ed è inutile cercare una spiegazione nei dati macro.
Significative le perdite dei principali titoli tecnologici con NVIDIA che ha perso il 9,54%, Google il 3,68% e Apple il 2,72%. Scendono anche i titoli energetici seguendo il petrolio WTI che ha perso tre dollari al barile finendo appena sopra ai 70 dollari: Chevron ha perso il 2,23% ed Exxon Mobil il 2,09%. Facebook e Microsoft perdono l’1,8%.
I mercati asiatici chiudono oggi in forte ribasso con Tokyo che ha perso il 4,35%, Hong Kong l’1,28% e Seul il 3,15%. I mercati europei dovrebbero aprire a –0,50%e i futures sugli indici americani perdono lo 0,40%.
I mercati obbligazionari hanno reagito positivamente alla discesa degli azionari e aprono questa mattina in recupero con il rendimento del BTP decennale che scende al 3,66%, quello del Treasury a 3,83% e quello del Bund a 2,26%.
Sul mercato dei cambi l‘euro è invariato a 1,1050 mentre il dollaro/yen tratta a 145,25. In ribasso le commodities con il petrolio WTI a 70,00 dollari al barile e l’oro di dicembre a 2520 dollari l’oncia.
Dal fronte macro oggi si attende solo il dato degli ordini all’industria USA di luglio e alle 20:00 il Beige Book della Federal Reserve sulla congiuntura.