03/03/2025

CAPITAL GROUP: Gli investitori dovrebbero essere preoccupati per il mercato azionario?

Il nervosismo del mercato azionario, innescato dai dazi e dalle recenti scoperte nel campo dell’intelligenza artificiale da parte di un’azienda tecnologica cinese, ci ricorda che anche i mercati rialzisti più forti possono inciampare.

La domanda da porsi è la seguente: l’improvviso aumento della volatilità dovrebbe indurre cautela tra gli investitori oppure l’ingente rally del mercato può continuare? La risposta è un duplice sì. 

Pensiamo all’economia e ai mercati di oggi come a uno studio di contrasti. Mentre le aspettative per l’economia statunitense rimangono ottimistiche, altre economie sono in difficoltà. L’impatto dei dazi dell’amministrazione Trump e di altre politiche aggiunge incertezza al quadro, così come le tensioni geopolitiche. I rendimenti del mercato azionario sono risultati solidi e la volatilità bassa, ma le aspettative sono elevate. Quindi, in questo contesto, siamo sia ottimisti che cauti, cercando di bilanciare opportunità e rischio e di fare attenzione alle valutazioni.

 

Di seguito vengono presentate quattro considerazioni per gli investitori che cercano di bilanciare una view ottimistica sui mercati azionari con una certa cautela. 

  1. L’aria è rarefatta

Dalla fine del 2022 le azioni hanno registrato un’ingente crescita. Mentre gli investitori si preparavano a una recessione, l’indice S&P 500 ha evidenziato un’impennata, salendo del 26,2% nel 2023 e del 25,0% nel 2024. È la prima volta dal 1998-1999, ovvero dalla fine della bolla delle dot-com, che l’S&P 500 registra anni consecutivi di rendimenti superiori al 20%. Ma qualsiasi confronto con la bolla tecnologica del 1999 deve essere considerato nel contesto: i colossi tecnologici di oggi stanno generando una solida crescita degli utili. Questo non significa che gli investitori debbano prepararsi a una grave recessione del mercato. Il contesto economico rimane generalmente positivo, sostenuto da una forte crescita dei salari, tassi di interesse stabili e un’amministrazione con un programma di crescita.

Uno sguardo ai rendimenti dell’indice S&P 500 dal 1928 mostra che il mercato è stato positivo il 73% delle volte, ovvero in media tre anni su quattro. Le azioni hanno generato rendimenti complessivi annuali negativi solo nel 27% degli anni. Naturalmente, le grandi aspettative nei confronti dei leader di mercato di oggi si sono tradotte in valutazioni elevate, sia per il mercato in generale che per molte società tecnologiche. La valutazione torna a essere importante. Rimaniamo ottimisti, ma date le elevate aspettative su molti titoli, ci aspettiamo rendimenti più bassi in futuro. 

  1. Il mercato può sempre riservare delle sorprese

Le valutazioni elevate, unitamente alla forte concentrazione dei guadagni di mercato in pochi colossi tecnologici statunitensi, potrebbero amplificare il rischio. Il temporaneo sell-off del 27 gennaio è stato innescato dalla sorprendente notizia secondo cui la start-up tecnologica cinese DeepSeek avrebbe sviluppato un chatbot a costi decisamente ridotti rispetto ai principali strumenti di IA statunitensi.

 

I dazi dell’amministrazione Trump su una serie di beni, tra cui prodotti agricoli, ricambi per auto e smartphone, hanno poi innescato un altro sell-off a fronte dei timori in merito a una guerra commerciale. L’imposizione di dazi sui beni provenienti da Canada, Messico e Cina e la minaccia di misure simili da parte di questi Paesi in risposta hanno aggiunto incertezza. Ma i dazi previsti per Canada e Messico sono stati sospesi per 30 giorni a partire dal 4 febbraio. Sebbene l’impatto a lungo termine dei dazi e l’innovazione di DeepSeek rimangano incerti, fungono da promemoria, ricordandoci che i mercati posso sempre riservare delle sorprese. Inoltre, i titoli con valutazioni elevate possono essere sensibili anche a notizie leggermente negative. 

  1. Le flessioni sono eventi regolari

Sebbene i cali siano spesso sconvolgenti, la volatilità del mercato è stata relativamente contenuta. In un contesto di massimi record, il calo infrannuale più consistente dell’S&P 500 nel 2024 è stato di circa l’8%, e nel giro di pochi giorni il mercato ha effettuato un rimbalzo. Ma uno sguardo all’andamento storico mostra che le flessioni del mercato sono eventi piuttosto regolari. Le correzioni, ovvero cali del 10% o più, si sono verificate circa una volta ogni 18 mesi e cali del 5% o più circa due volte all’anno. Gli investitori prudenti dovrebbero essere preparati alla possibilità di una correzione nel 2025. 

  1. È il momento di bilanciare

Dato l’attuale contesto, è meglio cercare un equilibrio tra crescita e conservazione del capitale. Ma come? Le scelte di investimento non possono essere esclusive al momento. Non ci si può concentrare su un solo settore, una sola asset class o una sola area geografica. È essenziale perseguire opportunità sia nel segmento growth che in quello value, sia negli Stati Uniti che a livello globale, sia nelle large cap che nelle small cap. Per questo ci concentriamo sia sui titoli favoriti che su quelli trascurati. In altre parole, troviamo opportunità di investimento nei leader tecnologici, così come in società finanziarie, industriali e persino energetiche. Potrebbe non accadere nel 2025, ma i mercati ribassisti vanno e vengono. Quando si presenteranno, gli investitori riconosceranno il ruolo che un approccio più difensivo e incentrato sui dividendi può svolgere nei portafogli. 

In conclusione: i periodi di volatilità del mercato sono inevitabili, ma non permanenti. Quando i mercati sono in forte ascesa, possono essere sensibili anche a notizie leggermente deludenti. Per gli investitori pazienti che bilanciano i portafogli e rimangono concentrati sul lungo termine, l’incertezza del mercato è più simile a un rumore di fondo.

 

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