15/05/2024

JPMorgan Bond Bulletin Settimanale

La stabilità dei tassi d’interesse statunitensi è una buona notizia per il debito dei Mercati Emergenti 

La settimana scorsa, la Federal Reserve (Fed) ha ribadito che le condizioni finanziarie sono sufficientemente rigide, allontanando i timori di un secondo ciclo di rialzi e assicurando al mercato che il taglio dei tassi d’interesse rimane lo scenario più probabile. Esaminiamo più da vicino le opportunità che, a nostro avviso, si sono presentate nel debito dei Mercati Emergenti in seguito al cambiamento del clima di fiducia del mercato. 

Fondamentali
Il debito dei Mercati Emergenti ha recuperato parte delle perdite accusate di recente quando il presidente della Fed Jerome Powell ha ribadito che la Banca Centrale ritiene gli attuali tassi di policy sufficientemente restrittivi per ridurre l’inflazione. I commenti del capo dell’Istituto di Filadelfia hanno tranquillizzato gli investitori che temevano un ulteriore ribasso della curva a breve termine. Il nostro scenario di base rimane la resilienza della crescita dei Mercati Emergenti e un atterraggio morbido in quelli Sviluppati, che dovrebbe sostenere il debito dei primi. Il quadro macro del debito dei Mercati Emergenti rimane positivo e i fondamentali appaiono ragionevolmente stabili in tutto il mercato, senza grandi preoccupazioni per i coefficienti di copertura della leva finanziaria o per i margini. Gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) per i settori manifatturiero e dei servizi sono stabili o positivi, l’inflazione è in calo e le Banche Centrali dei Mercati Emergenti continuano a seguire politiche monetarie prudenti. L’attenzione degli investitori si è concentrata sui mercati di frontiera e sulle iniziative di ristrutturazione, che negli ultimi nove mesi hanno determinato i rendimenti del debito dei Mercati Emergenti. Tuttavia, il quadro fondamentale si presenta migliore di quanto non sia mai stato da tempo.

 

Valutazioni quantitative

Il miglioramento del quadro fondamentale del debito dei Mercati Emergenti è testimoniato sia dal miglioramento dei rating del credito (14 revisioni al rialzo a fronte di 11 declassamenti di titoli governativi dalla fine del 2022), che da quello delle valutazioni. Gli spread governativi e societari dei Mercati Emergenti si sono ristretti di circa 200 punti base (pb) negli ultimi 12 mesi, mentre il rendimento dei Treasury statunitensi a 10 anni è salito di circa 100 pb, al 4,5%. Conseguentemente, gli spread per il debito dei Mercati Emergenti si sono ristretti, se rapportati ai livelli storici. Stiamo assistendo a uno scenario simile anche in altre classi di attivo. Tuttavia, in un’ottica relative value, il debito dei Mercati Emergenti rimane interessante: i titoli societari dei Mercati Emergenti vengono scambiati a 125 pb rispetto all’high yield statunitense (a fronte di una media a lungo periodo di 75 pb), mentre i titoli di Stato e quelli emessi da enti parastatali vengono scambiati a quasi 30 pb rispetto al segmento di qualità superiore del mercato Investment Grade e a 15 pb rispetto al segmento BBB. Sebbene gli spread siano ristretti, è importante sottolineare che i rendimenti totali rimangono interessanti rispetto a quelli offerti da altre classi di attivo, assicurando un carry robusto. Quest’anno, la performance in valuta locale dei Mercati Emergenti è stata finora sostenuta dalla duration e dal carry, con pochissima differenziazione. La disinflazione è ancora in atto e i tassi del debito emergente continuano a tenere un andamento positivo. Il nostro scenario di base prevede che la Banca Centrale Europea (BCE) inizi a operare i primi tagli nel mese di giugno, mentre la Fed comincerà a farlo più avanti nell’anno. Ci aspettiamo che questi tagli favoriscano un posizionamento di duration lunga nel debito dei Mercati Emergenti in valuta locale, laddove è presente un sostegno da parte della Banca Centrale.

 

Fattori tecnici

Gli attivi dei Mercati Emergenti hanno subito una correzione a causa dei recenti timori riguardanti la direzione delle politiche monetarie della Fed, con un significativo ridimensionamento del rischio in tutti i segmenti, in particolare nel mercato in valuta locale. Questo quadro tecnico è migliorato in misura rilevante dopo le dichiarazioni della Fed della scorsa settimana. Gli afflussi verso strategie a più breve durata sono stati invariati o addirittura positivi, mentre in alcune strategie con duration più lunga e in valuta locale si sono manifestati dei deflussi. L’offerta dovrebbe rappresentare un altro fattore positivo dopo l’aumento stagionale nel primo trimestre del 2024. La classe di attivo presenta tradizionalmente un indice di Sharpe interessante, ma ha dovuto affrontare alcune difficoltà provenienti dalla Cina e timori ciclici diffusi relativi al credito nel 2022-2023. Queste preoccupazioni si sono notevolmente ridimensionate quando alla fine di aprile Pechino ha annunciato il varo di un altro pacchetto fiscale che sembra aver giovato alla fiducia del settore immobiliare più di quelli precedenti. Da inizio anno il debito dei Mercati Emergenti è stato uno dei settori obbligazionari con la migliore performance, offrendo rendimenti interessanti – il 7% per i titoli societari e l’8% per i titoli di Stato dei Mercati Emergenti (al 6 maggio 2024) – e prospettive di rendimento positive.

 

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Riteniamo che il debito dei Mercati Emergenti abbia maggiori possibilità di sovraperformare rispetto all’obbligazionario statunitense. La mancanza di un rialzo dei tassi da parte della Fed è sufficiente a sostenere il mercato del debito dei Mercati Emergenti ed esclude la necessità di assistere a un taglio dei tassi in linea con le proiezioni della Banca Centrale americana. Ci aspettiamo che un periodo di tassi più alti più a lungo, ma senza ulteriori rialzi, crei un contesto di mercato favorevole per il debito dei Mercati Emergenti. Siamo estremamente selettivi e la nostra esposizione è orientata verso i paesi in cui è probabile che le Banche Centrali procedano a un taglio dei tassi e dove, prevedibilmente, i tassi reali supereranno il 5%, ad esempio Messico e Brasile.

 

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