01/02/2021

Asset Allocation Febbraio 2021

ASSET ALLOCATION

Lo scenario di riferimento rimane favorevole ai mercati azionari e una eventuale correzione può essere sfruttata per incrementare l'esposizione sui mercati azionari, al momento al 50%.

I mercati obbligazionari hanno perso marginalmente terreno nel corso del mese di gennaio e dovrebbero scendere ancora, ma i livelli di inizio 2020 sono ancora molto lontani e i rischi rimangono orientati verso un rialzo dei rendimenti a lungo termine.

 

I MERCATI AZIONARI

Il mese di gennaio si è chiuso positivamente per i mercati asiatici, ma in leggero ribasso per i mercati europei e per gli Stati Uniti, con l’eccezione del Nasdaq che ha guadagnato un punto percentuale: le perdite sono state tutte registrate negli ultimi tre giorni del mese, mentre il trend rialzista di novembre/dicembre sembrava prevalere anche per il mese di gennaio.

Da notare come mercati asiatici come Tokyo abbiano superato i massimi del 2020 (grafico in alto), mentre lo Stoxx600 europeo rimane sotto al massimo di febbraio 2020 (grafico in basso).

Il rallentamento della ripresa economica, alcune trimestrali deboli e le valutazioni storicamente elevate spiegano le prese di beneficio in chiusura del mese, ed è probabile che anche in febbraio si assista a una maggiore cautela sui mercati azionari, con gli indici americani che dovrebbe correggere di un altro 4-5% prima di riprendere il trend rialzista.

La situazione sanitaria rimane difficile e i mercati hanno invece scontato una risoluzione della crisi nel primo trimestre di quest’anno, esagerando forse in ottimismo, e pertanto una fase di assestamento appare probabile. L’indice SP500 ha spazio per un ribasso sino a quota 3600 (grafico in basso a destra).

Il caos generato su alcuni titoli minori negli Stati Uniti e ora sul prezzo dell’argento vengono citati come causa delle vendite, ma non si dovrebbe distogliere l’attenzione sullo scenario di riferimento: la congiuntura e gli utili aziendali ripartiranno nel secondo trimestre e pertanto lo spazio al ribasso per i mercati è modesto per la fase di correzione in corso.

La variabile che potrebbe cambiare lo scenario rialzista di lungo termine potrebbe essere un significativo aumento dei rendimenti obbligazionari oltre i massimi di inizio 2020, al 2% per il Treasury decennale, ma al momento non ci sono ancora segnali preoccupanti da quel fronte grazie al sostegno delle banche centrali.

Al momento non ci sono quindi motivi per ridurre l’esposizione azionaria, e al contrario in caso di correzione del 4-5% degli indici americani è giustificato aumentarla.

I MERCATI OBBLIGAZIONARI

Nel mese di gennaio mentre i mercati obbligazionari europei sono rimasti fermi sui livelli di fine anno quello americano ha visto i rendimenti a lungo termine salire ulteriormente con un conseguente aumento della pendenza della curva dei rendimenti.  Il rendimento del Bund decennale è rimasto bloccato intorno a -0,5% (grafico a destra) mentre quello del Treasury decennale è salito a 1,10% (grafico in basso).

Considerando che all’inizio del 2020 il rendimento del decennale americano era vicino al 2% l’aumento del mese scorso appare al momento modesto e tutto sommato poco significativo.

Il notevole aumento dell’offerta di nuovi titoli di Stato soprattutto negli Stati Uniti sinora è stata assorbita dalla Federal Reserve e visto che l’inflazione negli USA è all’1,36% gli investitori continuano ad accettare rendimenti reali negativi.

I dati macro hanno mostrato un rallentamente della ripresa nell’ultimo bimestre dell’anno sia negli Stati Uniti che in Europa, ma una accelerazione nel corso del secondo trimestre dell’anno  dovrebbe avere un impatto sia sulle pressioni inflazionistiche che sui rendimenti a lunto termine: è quindi consigliabile molta cautela nell’esposizione sui titoli più a lungo termine.

Il comparto dei titoli ad alto rendimento ha seguito il rialzo di Wall Street con conseguente riduzione degli spread di credito (grafico in basso per l’ETF HYG).

 

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