03/01/2022

Asset Allocation Gennaio 2022

ASSET ALLOCATION

Lo scenario di riferimento rimane favorevole ai mercati azionari grazie al sentiment positivo legato alla congiuntura economica e alle speranze di superamento della crisi sanitaria, ma avvicinandoci alla fine del trend rialzista di lungo termine è consigliabile una maggiore prudenza e una particolare attenzione allo stock picking.

Lasciamo ferma al 30% l’esposizione sui mercati azionari in attesa di un ultimo rally dei mercati prima dell'inizio di bear market pluriennale.

I mercati obbligazionari rimangono fermi sui livelli degli ultimi mesi, ma il rischio maggiore rimane quello di un significativo rialzo dei rendimenti a lungo termine.

 

MERCATI OBBLIGAZIONARI

Il mese di dicembre ha visto i mercati obbligazionari cedere marginalmente terreno mostrando però una notevole tenuta a fronte dei rialzo dei mercati azionari, all’accentuarsi delle pressioni inflazionistiche e all’annuncio della fine del programma di acquisti di titoli da parte della Federal Reserve in marzo.

Il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato decennali è stato più marcato sui mercati europei nonostante la posizione più accomodante della BCE e il rendimento del Bund decennale è risalito da -0,34% a -0,18% (grafico a destra).  L’inflazione nell’area Euro è salita al 4,9% in novembre dal 4,1% del mese precedente, mentre l’indice Core è salito a 2,6%.

Il rendimento del Treasury decennale è risalito molto meno, da 1,45% a 1,51% (grafico in basso), nonostante l’inflazione a 6,8% in novembre.

I mercati scontano pertanto una ridiscesa dell’inflazione nei prossimi mesi, ma anche se saranno corrette le previsioni della Federal Reserve di un’inflazione (misurata dal PCE) al 2,2% quest’anno e nel prossimo non è facile spiegare perché gli investitori continuano ad accettare rendimenti reali negativi.

Ai livelli attuali di rendimenti non vediamo particolari opportunità dei titoli obbligazionari a lungo termine, essendo probabile un rafforzamento della congiuntura nel corso dell’anno ed essendo poco probabile un calo significativo delle pressioni inflazionistiche.  Sono quindi da preferire i titoli corporate più a breve, anche non Investment Grade.

 

MERCATI AZIONARI

I mercati azionari dei paesi sviluppati hanno chiuso anche dicembre positivamente nonostante le notizie ancora negative dal fronte sanitario e segnali di avvicinamento della fine delle politiche monetarie accomodanti, dimostrando la positività del sentimento dei mercati: gli investitori danno per scontato il superamento della crisi sanitaria nei prossimi mesi e scommettano sulla continuazione del trend di aumento degli utili aziendali grazie alla congiuntura che rimane favorevole.

Le valutazioni molto elevate dei titoli azionari non sembrano spaventare gli investitori e nemmeno il fatto che il trend rialzista sta per compiere i tredici anni.

Wall Street continua a sovraperformare gli altri mercati e in dicembre l’indice S&P500 ha guadagnato il 4,3% finendo sul massimo dell’anno (grafico in alto a destra), mentre il Nikkei giapponese ha guadagnato il 3,5%.  Per una volta il rialzo dell’indice Stoxx50 europeo è stato il migliore con un +5,7% anche se l’indice rimane sotto al massimo di novembre (grafico in basso a destra).

Meno brillanti i mercati emergenti e soprattutto gli indici dei mercati asiatici: Hong Kong ha chiuso il mese invariato, ma ha perso il 14% nel corso del 2021, e Seul ha guadagnato solo il 4% circa nel corso dell’anno.  Anche il mercato giapponese è rimasto fermo tutto l’anno all’interno di una trading range abbastanza ridotta (grafico in basso).

Anche all’interno del mercato americano si sono confermate le solite divergenze tra i principali titoli e le small caps: l’indice Russell 2000 ha guadagnato il 10% nei primi due mesi dell’anno per poi rimanere fermo dei dieci mesi successivi.  Anche tra i principali titoli sono state molto importanti le scelte di stock picking, in quanto il rialzo del 2021 è stato guidato da Microsoft, Google e Apple, mentre Amazon ha chiuso solo marginalmente in territorio positivo.

Nei prossimi mesi dovrebbe prevalere il tono positivo dei mercati grazie alla congiuntura favorevole e al superamento della crisi sanitaria, ma l’anno in corso dovrebbe vedere la fine del trend rialzista di lungo termine ed è quindi consigliabile prepararsi all’avvento di un bear market pluriennale.

Inoltre quest’anno sarà ancora più importante lo stock picking con divergenze significative tra i vari settori e i vari titoli all’interno dei singoli settori.  Essendo probabile che la fine del trend rialzista dei mercati azionari sia legato all’esplosione della bolla del debito sarà importante evitare le aziende maggiormente indebitate e favorire i titoli difensivi.

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