Non si ferma la correzione dei mercati azionari e ieri l’indice SP500 ha perso un altro 1,37% finendo a 4229 punti (grafico in basso). Si legge che la ragione della discesa è nel rialzo dei rendimenti obbligazionari, ma in passato abbiamo visto spesso mercati azionari salire insieme ai rendimenti e scendere insieme: la correlazione positiva in atto tra I due mercati è già stata vista in passato è può cambiare senza preavviso: è il tono del mercato azionario che sta peggiorando.
Il rendimento del Treasury decennale ha chiuso la giornata su un nuovo massimo degli ultimi anni a 4,8% e sembra che I decennali non riescano ancora a trovare compratori nonostante finalmente offrano decorosi rendimenti reali positivi, visto che le varie misure dell’inflazione americana sono intorno al 4%, e che queste sono in lenta discesa: perchè gli investitori vendoto obbligazioni che rendono il 4,8% nonostante l’nflazione stia scendendo? Difficile da spiegare,
Il doppio massimo del 2006/7 per il rendimento del Treasury decennale è al 5,2%, ma non è chiaro perchè gli investitori siano così aggressivi nelle vendite dei bond a luingo termine mentre l’inflazione continua a scendere: sembra che I mercati siano stati sorpresi dall’annuncio della Fed che I tassi rimarranno sui livelli attuali per l’intero 2024, ma in passato I mercati hanno sempre preceduto la Fed e pertanto la ragione dell’attuale fase di rialzo dei rendimenti è da trovare altrove: sembra che l’aspettativa dei mercati sia quella di una ripresa della congiuntura e di una nuova spinta inflazionistica.
Parimenti diffcile da spiegare il rialzo del dollaro che si legge sia dovuto al rialzo dei rendimenti, come se fossero saliti solo il rendimenti del dollaro, mentre ieri il rendimento del Bund decennale si è avvicinato al 3% e quello del BTP al 5,0%. In ogni caso l’Euro ha chiuso la giornata a 1,0465 e sono state notevolmente penalizzate le commodity currencies, il dollaro canadese e l’australiano. Si è invece rafforzato lo Yen a 149 su rumours che il governo giapponese sia intervenuto per difendere quota 150.
In questa fase di discesa di qualsiasi attività, con l’oro a 1823 dollari l’oncia e l’argento in picchiata, si salva ancora il petrolio WTI a 89,40 dollari al barile mentre il Brent tratta a 91 dollari.
I mercati azionari asiatici hanno chiuso a loro volta in ribasso con Tokyo che ha perso il 2,17% e HongKong lo 0,09% mentre gli indici europei perdono mezzo punto percentuale in apertura come i futures su quelli americani.
Dal fornte macro oggi si attendono le vendite al dettaglio nell'area Euro di agosto, i nuovi occupati di settembre negli USA calcolato dall'ADP e l'indice ISM dei servizi, sempre per gli Stati Uniti, per il mese di settembre, previsto in calo rispetto al mese precedente.
