Wall Street ha chiuso ha -0,3% per l’indice S&P 500 (grafico in alto a destra) e -0,6% per il Nasdaq, ma i mercati asiatici hanno recuperato terreno dopo le ampie perdite di martedì. Tokyo recupera lo 0,3% grazie al tentativo di rimbalzo dello dollaro/yen, che apre in Europa a 113,4 mentre Hong Kong guadagna oltre un punto percentuale. I mercati cinesi sono stati sostenuti dal dato sui prezzi delle case, che ha mostrato una leggera decelerazione in dicembre a +12,4% dal 12,6% del mese precedente ridimensionando i timori di una bolla immobiliare. Prosegue invece la discesa di Seul sul noto scandalo politico che sta coinvolgendo il presidente della Samsung.
Stabili i rendimenti obbligazionari, con quello del decennale americano fermo al 2,35%, mentre il petrolio guadagna marginalmente terreno a 52,70 dollari al barile (WTI).
La giornata odierna è densa di dati macro iniziando dall’inflazione USA di dicembre, che dovrebbe vedere l’indice globale tornare sopra il 2,0% e l’indice “core” salire al 2,2%: sarebbe un dato favorevole al dollaro e sfavorevole al mercato obbligazionario. Il mercato azionario sinora non è stato influenzato minimamente dal rialzo dei rendimenti obbligazionari, ma potrebbe accorgersene di colpo: alle 21:00 parlerà Janet Yellen e ci si attende qualche chiarimento sulla traiettoria dei rialzi dei tassi per il 2017.
Alle 15:15 uscirà poi il dato della produzione industriale USA di dicembre ed è atteso un significativo rimbalzo dopo il -0,4% di novembre, ma non si tratta di un dato che solitamente muove i mercati essendo il peso dell’industria all’interno dell’economia americana sempre più modesto.
I mercati sono entrati in una fase di correzione avvicinandosi all’investitura di Donald Trump di venerdì e il rischio maggiore è al momento al ribasso. Per il momento gli indici rimangono sopra ai supporti, ma si stanno avvicinando molto pericolosamente a livelli come 19200 per il FTSE Mib e 11400 per il Dax, livello che ieri ha frenato la discesa del mercato tedesco.