Wall Street ieri ha confermato il segnale di inversione di lunedì estendendo il rimbalzo e chiudendo a +0,7% e tornando sopra al supporto situato a 2350 (grafico in alto a destra). La correzione iniziata quindi con primo del mese a 2397 sembra sia già finita col minimo di martedì a 2317: ieri il rialzo è stato avviato dal dato sulla fiducia dei consumatori calcolato dal Conference Board, atteso in ribasso a 114,6 a 114,0mentre è uscito a 125,6 il massimo degli ultimi anni.
Più in generale sembra che gli investitori vogliano dare un altro possibilità all’amministrazione Trump dopo il fallimento della riforma della Obamacare, e che la lezione della scorsa settimana sia servita ad evitare simili insuccessi nella costruzione della riforma fiscale. Il recupero di Wall Street ha spinto verso nuovi massimi anche i mercati europei, FTSE Mib (grafico in basso)
Il dato macro molto migliore del previsto ha dato un notevole sostegno al dollaro, soprattutto nei confronti dell’euro: la valuta unica dopo aver superato lunedì il massimo dell’anno a 1,0830 ha esteso il rialzo sino a 1,090, ma evidentemente le ricopertura si sono esaurite velocemente e sono prevalse nuovamente le vendite. Questa mattina l’euro è nuovamente sotto quota 1,0800 e lo scenario tecnico diventa piuttosto confuso.
Un aspetto anomalo dei movimenti dei mercati degli ultimi giorni è stato quello dei Treasurys a lungo termine: il veloce rimbalzo del mercato azionario e i dati macro positivi, cui si aggiunge la dichiarazione di Janet Yellen di ieri circa la necessità di due rialzi dei tassi nel corso dell’anno avrebbe dovuto spingere i rendimenti del decennale verso il massimo della trading range degli ultimi mesi, compresa tra 2,30% e 3,50%, mentre il questa mattina ci troviamo il decennale al 2,41%.
La nostra impressione è che sia prematuro un nuovo movimento rialzista e che prosegua la fase laterale tra il massimo a il minimo di marzo ancora per qualche giorno: fra pochi giorni inizia la stagione delle trimestrali USA ed è probabile che gli investitori attendano questi dati prima di impegnarsi ulteriormente.
Oggi l’attenzione è puntata sul dato americano delle vendite di case per il mese di febbraio.