25/06/2018

Borse in ribasso sull'escalation della guerra commerciale

I mercati azionari aprono la settimana al ribasso nonostante la chiusura positiva di Wall Street di venerdì, che ha visto l’indice SP500 salire dello 0,19% a 2754,88 (grafico  a destra).  Il tema principale rimane la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e l’ultima notizia arriva dal WSJ, secondo il quale Trump sta per annunciare nuovi blocchi alle esportazioni di tecnologia americana verso la Cina.

Le borse asiatiche perdono circa un punto percentuale, con Tokyo che scende dello 0,79% nonostante l’indebolimento dello yen a 109,40 contro il dollaro.  La banca centrale cinese ha tagliato di mezzo punto percentuale il tasso di riserva obbligatoria, ma era già ampiamento scontato e la reazione del mercato è stata nulla.

In rialzo invece il mercato obbligazionario americano, con il rendimento del decennale che scende al 2,87% reagendo alla discesa di mezzo punto percentuale dei futures sugli indici di Wall Street, mentre il petrolio corregge di un dollaro dopo l’ampio rally di venerdì sulla decisione dell’OPEC di aumentare solo moderatamente la produzione di petrolio: il WTI ha guadagnato quasi il 6% in un giorno.

La settimana che si apre, l’ultima del semestre,  è abbastanza densa di dati macro, dalla spesa dei consumatori americani di maggio all’inflazione nell’area euro per il mese di giugno, ma l’attenzione rimane puntata sull’escalation della guerra commerciale: il primo luglio entrano in vigore i dazi del Canada su 12,8 miliardi di dollari di esportazioni americane del 10-25%, mentre il 6 luglio partono 34 miliardi di dazi americani su importazioni dalla Cina.  Al 16 miliardi sono “under review” e potrebbero partire da metà mese, mentre la scorsa settimana sono entrati in vigore dazi europei su 3,3 miliardi di esportazioni USA.

La situazione peggiorerebbe radicalmente se Trump imponesse la tariffa del 20% sulle importazioni di automobili dall’Europa: a quel punto si inizierebbero a sentire gli effetti sull’economia reale e aumenterebbe il rischio di un rallentamento della congiuntura globale.

E quindi comprensibile la maggiore avversione al rischio degli investitori in questa fase di mercato, e al contrario sorprende la tenuta di Wall Street mentre i mercati europei sono scesi sotto ai primi supporti.

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