05/07/2019

Migliore del previsto l'occupazione USA in giugno

Secondo quanto annunciato oggi dal Bureau of Labor Statistics l’economia americana ha creato 224 mila nuovi posti di lavoro in giugno, circa 60 mila oltre le attese, il tasso di disoccupazione è salito da 3,6% a 3,7% e la crescita dei salari orari è rimasta ferma al 3,1%.

I risultati del survey delle famiglie hanno mostrato risultati in linea con quelli del survey tra i datori di lavoro: il numero degli occupati è aumentato di 247 mila unità, ma è aumentato anche quello dei disoccupati di 87 mila, in quanto la forza lavoro è aumentata di 335 mila unità grazie all’incremento del tasso di partecipazione da 62,8 e 62,9.  In altre parole il miglioramento del mercato del lavoro ha richiamato sul mercato persone che avevano perso la speranza di  trovare un’occupazione, e questo spiega l’aumento del tasso di disoccupazione.

Per quanto riguarda invece il survey tra i datori di lavoro i 224 mila nuovi occupati sono in linea con la media mensile del 2018 e sono dovuti ai 51 mila nuovi posti nel settore dei servizi alle imprese e ai 35 mila del settore della salute.  Positivo il settore delle costruzioni con 21 nuovi occupati: si temeva l’impatto del clima sfavorevole.  La media mensile del primo semestre è di 172 mila unità, un livello che certamente non giustifica le aspettattive di un allentamento monetario da parte della Federal Reserve.

I dati dei due mesi precedenti sono stati rivisti solo marginalmente al ribasso e sono stati pari a 72 mila in maggio e 216 mila in aprile.

L’unico aspetto deludente dei dati odierni è nella crescita modesta dei salari medi orari, fermi a +3,1%.

 

NOTE METODOLOGICHE

I dati sulla disoccupazione americana sono quelli che hanno un impatto maggiore sui mercati finanziari, ma la metodologia di calcolo è poco considerata. Alle ore 8:30 del primo venerdì del mese il Bureau of Labor annuncia i dati sulla disoccupazione americana del mese precedente, che sono il risultato di due surveys: Current Population Survey (CPS) e il Current Employment Statistics (CES). Il primo fornisce informazioni sulla forza lavoro, occupazione e disoccupazione basandosi su un questionario diretto a circa 60 mila famiglie, mentre il secondo fornisce informazioni sull’occupazione, ore lavorate e remunerazione oraria basandosi sui dati provenienti da circa 143 aziende e agenzie governative escludendo il settore agricolo. Tale campione considerato è molto ampio, copre circa un terzo dei lavoratori americani. Per entrambi i survey vengono considerati i dati della settimana che include il 12 di ogni mese.

Nel survey CPS ogni individuo con età superiore ai 16 anni viene classificato come occupato, disoccupato o fuori dalla forza lavoro. Vengono definiti disoccupati i lavoratori che non hanno lavorato nella settimana di riferimento, ma che hanno cercato attivamente un’occupazione nella quattro settimane precedenti. La somma dei lavoratori occupati e di quelli disoccupati costituisce la forza lavoro, che esclude quindi i lavoratori fuori dalla forza lavoro. Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra i disoccupati e la forza lavoro, mentre il tasso di partecipazione è il rapporto tra gli occupati e l’intera popolazione.

Le differenze tra i due survey sono notevoli: nel CPS vengono inclusi anche i lavoratori agricoli e i lavoratori autonomi, esclusi da CES, mentre vengono inclusi solo i lavoratori con più di 16 anni, mentre il CES non considera questa variabile.  Per finire nel CPS i lavoratori vengono considerati una sola volta, mentre nel CES un lavoratore che riceve due cedolini da due datori diversi viene contato due volte. Queste divergenze portano spesso a risultati apparentemente contrastanti tra loro come un aumento degli occupati accompagnato da un aumento del tasso di disoccupazione e viceversa. Entrambi i survey sono soggetti a notevoli correzioni per la stagionalità dei dati. Ad esempio, un fattore che ha un notevole impatto sul primo survey è la chiusura delle scuole che comporta un forte aumento della forza lavoro in giugno, e allo stesso tempo comporta una riduzione del 20% dell’occupazione rilevata nel CES che poi risale all’inizio di ottobre. Ogni mese vengono ricalcolati i dati dei due mesi precedenti per includere i dati giunti in ritardo e per effettuare i riaggiustamenti dei fattori di destagionalizzazione. Per questo motivo il dato sulla variazione degli occupati viene definita preliminare, e solo dopo due mesi è da considerare definitiva.

L’intervallo di confidenza di questa stima è del 90%, vale a dire che c’è il 90% di probabilità che la variazione effettiva sia compresa all’interno di un range definito da 1,6 volte la deviazione standard dei risultati mensili: è un valore attualmente intorno alle 105 mila unità, e pertanto se la stima è di 200 mila nuovi occupati c’è una probabilità del 90% che il vero valore sia compreso tra 95 mila e 305 unità.

Sergio Bariatti

s.bariatti@cfsrating.it

 

© 2001-2022 CFS Rating Tutti i diritti sono riservati

I dati le informazioni e le elaborazioni sono proprietà di CFS Rating, nessuna garanzia viene data in merito alla loro accuratezza, completezza e correttezza.

I dati e le elaborazioni pubblicate nel presente sito non devono essere considerate un'offerta di vendita, di sottoscrizione e/o di scambio, e non devono essere considerate sollecitazione di qualsiasi genere all'acquisto, sottoscrizione o scambio di strumenti finanziari e in genere all'investimento.